AL TAR.
Delogu e gli organizzatori
E ora si aggiunge un nuovo fronte della guerra sull'Anfiteatro: Mariano Delogu, il figlio Massimo e le cooperative Sardegna concerti e Spettacoli e musica hanno presentato il ricorso al Tar annunciato qualche settimana fa, contro il ministero per i Beni culturali, la sovrintendenza ai Beni archeologici e l'Istituto superiore per la conservazione e il restauro. L'avvocato Eulo Cotza ha chiesto l'annullamento di gran parte dei documenti che hanno contribuito a sviluppare questa vicenda: l'ultima nota del sovrintendente Minoja del 29 marzo nella quale si intima al Comune di «attivare le procedure per la rimozione delle strutture»; la relazione dei funzionari dell'Iscr; la nota della sovrintendenza che preannuncia il «diniego a qualsiasi autorizzazione» per i concerti. Il ricorso, in nove pagine, riassume la storia recente dell'Anfiteatro e contesta la legittimità dei documenti della sovrintendenza. In primo luogo perché l'ente avrebbe dovuto spiegare «in quali iniziative dovrebbero sostanziarsi gli interventi di ripristino e manutenzione straordinaria». Ma i ricorrenti evidenziano anche una contraddizione nelle richieste della sovrintendenza, che prima afferma di non poter concedere le autorizzazioni per gli spettacoli per lo «stato di conservazione del monumento notevolmente aggravatasi a causa della permanenza delle strutture» e poi, nello stesso documento, «si smentisce clamorosamente» dicendo che le tribune «impediscono il controllo, il monitoraggio e l'ispezione delle strutture». Ecco perché la richiesta di Minoja non sarebbe «supportata da elementi concreti» e «non può che definirsi preconcetta».
Poi c'è la relazione degli ispettori dell'Iscr, che ha lanciato l'allarme sulla stabilità delle tribune e sulla sicurezza. In questo ambito, la competenza non è del ministero ma di altre amministrazioni, come i vigili del fuoco «che annualmente hanno costantemente proceduto alle verifiche del caso, sempre assentendo la perfetta funzionalità e fruibilità del sito». Si arriva quindi alla conclusione, nella quale si denuncia un «eccesso di potere», motivato così: «Più delle ipotizzate carenze in tema di tutela del sito e di sicurezza», peserebbero «talune aprioristiche prese di posizione dell'amministrazione, che non “vede” bene le strutture lignee». ( m.r. )