SEL. Incontro con i cittadini
Si apre con il ricordo commosso di Vittorio Arrigoni - il pacifista ucciso in Palestina - la visita a Cagliari di ieri di Nichi Vendola, leader di Sinistra ecologia e libertà, per sostenere la candidatura a sindaco di Massimo Zedda.
Il presidente della Regione Puglia ha sottolineato la differenza tra l'esperienza di Arrigoni, «che rappresenta una testimonianza sul campo di commovente bellezza, di amore per i diritti degli altri popoli», e quella del Governo, «prigioniero delle pulsioni razziste della Lega Nord, che affronta una grande crisi umanitaria in modo militare, con la costruzione di luoghi che assomigliano a campi di concentramento e con un atteggiamento che diffonde un clima sociale di paura dell'invasione», riferendosi anche a quanto avviene in città. Secondo Vendola, la crisi «andava affrontata mettendo al centro la solidarietà, e quindi la Protezione civile, interfaccia di comuni, dell'associazionismo e del volontariato».
All'hotel Mediterraneo, dove Sel ha organizzato un incontro con i cittadini, Vendola si è detto «colpito» dalla presenza di circa mille persone che lo attendevano, «segno che Cagliari non è di destra», e soprattutto dal discorso di Massimo Zedda. «Parole ricche di suggestioni e di verve », ha esordito dal palco subito dopo l'intervento del candidato del centrosinistra.
La verve di Zedda è emersa quando il candidato sindaco ha parlato del suo programma per la città. Una Cagliari in cui «sviluppare i trasporti pubblici per non essere schiavi della benzina a 1,60 euro e respirare smog», in cui il Poetto «non deve avere lo sviluppo turistico modello Rimini con il cemento degli alberghi sulla spiaggia» e una città «che offra la possibilità anche ai precari di avere una casa». E l'argomento flessibilità del lavoro è usato da Zedda sia per ricordare «l'ultimo giovane morto sul lavoro a poche centinaia di metri da qui», strappando un lungo applauso, ma anche per ricordare il suo passato, «fatto di contratti co.co.pro e a tempo determinato». Zedda ha concluso il suo discorso citando Lussu e Gramsci («nelle case in cui hanno vissuto non c'è nemmeno una targa»), e Giaime Pintor, «la cui targa, invece, giace sulle mura pisane coperta dai capperi». Applausi del pubblico. Chissà se si trasformeranno in voti il 15 e 16 maggio.
MARIO GOTTARDI