CAGLIARI. «Io avrei commesso un abuso di potere? Io ho esercitato un diritto di legge, mi si perdoni l’espressione ridondante, per far rispettare alcuni articoli del codice dei Beni culturali, niente di più. Come il Comune sa molto bene». Così il soprintendente Marco Minoja (nella foto), commenta le ripetute affermazioni dell’onorevole Pili. Minoja, è noto, dalla primavera 2010 (cioè largamente in tempo perché il Comune provvedesse a trovare una nuova sede per gli spettacoli estivi del 2011) denuncia le condizioni dell’anfiteatro. «La soprintendenza valuta autonomamente che l’anfiteatro è in una condizione tale che le sovrastrutture vanno tolte, la relazione degli esperti dell’Istituto centrale per il restauro proviene da tecnici di comprovata capacità, è il supporto funzionale a una determinazione della soprintendenza di cui mi assumo interamente la responsabilità. Mi chiedo da che pulpito arrivino le affermazioni su abusi di potere da parte mia e di incompetenza dei tecnici dell’Istituto centrale del restauro: è bene si sappia che si tratta di funzionari di altissima competenza. Sento molte parole in libertà da parte di chi mi chiedo se abbia la minima idea di che cosa sia il diritto amministrativo». Il punto è: perché nessuno proferisce verbo e tantomeno convoca conferenze stampa sul fatto che il Comune è stato informato per tempo dalla soprintendenza dei problemi dell’anfiteatro e non ha mosso un passo per trovare una soluzione alternativa? I consiglieri comunali che affiancano l’onorevole Pili anche nelle conferenze stampa cosa hanno fatto finora per rispettare le leggi sui beni culturali e nello stesso tempo stimolare il Comune a promuovere una politica degli spettacoli in spazi pubblici, assegnati, sicuri? L’elettorato s’interroga. (a.s.)