Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«La camorra ha radici profonde anche in città»

Fonte: L'Unione Sarda
15 aprile 2011

Il pm della Dda De Angelis denuncia un fenomeno che favorisce reati come l'usura

«L'ingresso in città della camorra è ormai un dato di fatto». L'annuncio shock arriva dal pm della direzione distrettuale antimafia, Paolo De Angelis, che non usa mezze parole per descrivere uno scenario inquietante. «La presenza della criminalità organizzata campana», ha detto mercoledì a Sant'Eulalia, durante un convegno promosso dalla Fondazione antiusura, «è certificato da sentenze passate in giudicato del nostro tribunale. Una presenza che favorisce i fenomeni criminosi come l'usura».
De Angelis ha riferito come nei processi si assista sempre più spesso a episodi di omertà. «L'usura è un reato odioso perché mentre negli altri ci sono una vittima e un carnefice contrapposti, nello strozzinaggio la vittima dice grazie al carnefice e arriva a coprirlo. Così nasce l'omertà».
L'incontro è servito a fare il punto sui primi 8 anni di sostegno alle persone usurate compiuti dalla Fondazione antiusura Sant'Ignazio da Laconi. Dopo i saluti dell'arcivescovo Giuseppe Mani e del sindaco Emilio Floris si sono susseguiti gli interventi dei relatori, preceduti dalla testimonianza di Giuseppe Atzori, un impiegato che ha rischiato di cadere nelle mani degli usurai e si è salvato grazie all'intervento della fondazione di don Marco Lai. «Quando si perde il lavoro e non si riesce a pagare il mutuo della casa subentra la disperazione», ha raccontato Atzori, «non si parla con nessuno se non con gli amici più stretti perché si prova vergogna. Dopo un po' ci si ritrova a chiedere aiuto a persone che amiche non sono. Persone che ti prestano cento per avere indietro il doppio. Sono spettri che compaiono all'improvviso nella vita e non riesci a liberartene».
Don Marco ha ricordato il legame tra la sua fondazione e la Diocesi, definendo la prima «il braccio operativo della Caritas. Dal 2004 abbiamo aiutato a venir fuori dal limbo 154 persone prestando 700 mila euro solo l'anno scorso in collaborazione con la Banca di credito sardo e in passato con la Banca di credito cooperativo di Cagliari, prima che fosse commissariata».
Nel 95 per cento dei casi chi ottiene il prestito lo restituisce, a dimostrazione dell'onestà e dignità dei sardi. «Nell'Isola il 40 per cento del credito è illegale - ha aggiunto Lai - le cause del sovraindebitamento delle famiglie sono la perdita del lavoro e l'aumento del costo della vita». L'identikit dell'usurato? «Tra 40 e 55 anni, piccolo imprenditore, spesso donna». Ha moderato i lavori il direttore del settimanale Il Portico, Sergio Nuvoli.
PAOLO LOCHE