MUSICA. Domani a Cagliari sarà la voce recitante di “Pierino e il lupo”
«Confesso: non conoscevo Prokofiev e ho paura»
«Sergej Prokofiev? Non lo conoscevo. A che pro mentire? Più che la classica amo il genere neoclassico e in cima alle mie preferenze c'è Ludovico Einaudi». Marco Carta sceglie il modo più coerente di raccontarsi, senza falsità.
Dal trionfo ad “Amici” e al Festival di Sanremo eccolo alla vigilia di un più impegnativo ruolo a fianco di grandi interpreti della musica classica. Il debutto al Teatro Lirico di Cagliari con Pierino e il lupo di Prokofiev è fissato per domani e dopodomani alle 20,30: Carta sarà la voce recitante nella favola sinfonica per orchestra e voce narrante scritta dal compositore russo nel 1936 e inserita nell'edizione numero undici del Festival di Sant'Efisio. Sarà accompagnato dall'Orchestra e dal Coro del Lirico diretti da Alessandro Caldario e Fulvio Fogliazza.
«Lo ammetto», confessa Marco: «Sono terrorizzato. Però mi piace essere poliedrico. È un debutto e come tale lo vivo. Con tanta paura ed emozione. È una sfida con me stesso che mi affascina, amo darmi alla musica e al pubblico. Certo, mi manca già l'idea di cantare, non posso farne a meno. Paura? Tanta. Ma ne ho affrontate di più grandi».
E risponde così alle critiche di quanti hanno storto il naso per l'irruzione nella classica di questo personaggio del pop, considerato poco titolato per la parte. «La scelta di affidarmi il ruolo penso sia stata presa dal Teatro Lirico in modo consapevole. Accetto anche le critiche, ma trovo eccessivo disapprovarmi senza darmi la possibilità di mettermi alla prova».
Intanto piovono le richieste di prenotazioni, a valanga fin dai primi minuti, anche se dal Lirico non ci sono annunci di “tutto esaurito”. «Ringrazio chi mi sostiene pure in questa scelta, la mia famiglia, i fan, gli amici, è uno scambio molto piacevole. Maria De Filippi ancora non lo sa, le parlo dei miei progetti extratelevisivi sempre ad opera compiuta».
La scelta di cucire un vestito classico addosso al giovane talento della musica pop italiana sta facendo discutere animatamente, in modo particolare su Internet, dove è partito un accesissimo dibattito.
«Vorrei sfatare un mito», spiega Marco: «Il mio non è un pubblico di sole ragazze. Ricevo migliaia di lettere da tutta Europa di persone di ogni età, genere, razza e nazionalità. Mi sento fortunato ad avere un pubblico trasversale. E lo sono ancora di più per il fatto di avere questa famiglia. Sono tutti molto orgogliosi di me. Siamo uniti, compatti, positivi. Persone capaci di provare forti emozioni, che non dimenticano il passato, che non disdegnano il presente e che guardano il futuro con gli occhi pieni di gioia. Saranno in platea anche stavolta a sostenermi».