Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Speleologi in missione nei sotterranei della città

Fonte: L'Unione Sarda
19 agosto 2008

Al via un'indagine per capire cosa ha determinato i crolli dei giorni scorsi


Le infiltrazioni d'acqua e il traffico veicolare. Sono queste, a detta degli speleologi, le cause principali dei recenti crolli che hanno interessato la zona di via Peschiera.
Nei giorni scorsi l'associazione Cavità cagliaritane ha condotto - per conto dell'amministrazione comunale - un sopralluogo nel sottosuolo. Armati di corde e coadiuvati dagli agenti della polizia municipale, cinque speleologi si sono calati nelle cavità di piazza d'Armi, accessibili dai tombini stradali, e hanno fatto una serie di rilevazioni. L'esplorazione ha svelato che sul fondo delle grotte di Su Stiddiu e piazza d'Armi (a breve distanza da via Peschiera) giacciono masse rocciose che si sono staccate di recente dalla volta e dalle pareti delle cavità. «Masse che due settimane fa non c'erano», assicurano gli esperti. Per il capo-speleologo Marcello Polastri questo fatto non deve stupire. «I crolli di piccole porzioni di roccia sono una costante delle cavità della zona - sottolinea - anche se questi avvenimenti andrebbero tenuti sotto controllo. Giorno dopo giorno, infatti, la coltre di roccia che regge la città si assottiglia sempre più con conseguenze prevedibili per l'asfalto soprastante».
La causa dei crolli sarebbe attribuibile alle acque che scorrono nel sottosuolo della zona «anche in seguito alle falle della rete idrica». Il comitato scientifico del gruppo Cavità cagliaritane ha realizzato una planimetria che indica la dislocazione delle cavità sotto piazza d'Armi e le vie Marengo, Montenotte, Castelfidardo, Is Mirrionis, viale San Vincenzo, Merello e Buoncammino. Lo studio evidenzia che quanti transitano in quell'area passano praticamente sul vuoto, sorretti solo da uno strato di roccia spesso quattro metri che costituisce la volta delle cavità allagate.
«Ma non dobbiamo allarmarci - sostiene Polastri - perché quattro metri di roccia sono una sicurezza». Diverso il caso dei vecchi accessi alle cave sotterranee della zona che sono stati chiusi quasi tutti nel secondo dopoguerra con colate di terra e sassi. «Si tratta di riempimenti che nel caso di via Peschiera hanno causato, unitamente alle infiltrazioni d'acqua, il formarsi della grande voragine». Per gli speleologi ricolmare il cratere con una colata di terra servirebbe a poco. «La storia insegna che interventi simili non durano a lungo, specie se a minarne la stabilità sono le ripetute infiltrazioni dell'acqua persa dai laghi sottostanti piazza d'Armi». ( p. l. )

19/08/2008