COMUNALI. Sul tavolo i problemi della casa, del lavoro, delle opere da appaltare
Da Cgil, Cisl e Uil lettera aperta ai dieci candidati a sindaco
I problemi da risolvere sono gli stessi del 2006. Aggravati, se possibile, da una congiuntura economica che rischia di mettere in ginocchio la Sardegna e la sua capitale. Per questo i segretari di Cgil (Nicola Marongiu), Cisl (Fabrizio Carta) e Uil (Gianni Olla) hanno ritenuto opportuno scrivere una lettera aperta ai dieci candidati a sindaco che sono fin qui scesi in campo, auspicando l'accoglimento della loro piattaforma e una discussione aperta in campagna elettorale: «Pur senza voler esprimere un giudizio sulla Giunta uscente - scrivono nell'incipit del documento - l'augurio è anzitutto che in futuro possa registrarsi una maggiore concertazione e un coinvolgimento delle parti sociali nelle grandi scelte che l'amministrazione dovrà adottare».
I DATI Prima di passare alle proposte, le sigle sindacali si producono in un'analisi legata a criticità ed eccellenze rilevate nel tessuto sociale cittadino. A dispetto del buon piazzamento nella classifica nazionale (13° posto assoluto) i problemi non mancano e sono legati soprattutto allo spopolamento («si è passati in pochi anni da 200 a 157 mila residenti»), all'invecchiamento della popolazione («siamo al 225 per cento, contro il 137 della provincia»), alla disoccupazione, alla dispersione scolastica e all'aumento del fenomeno dell'immigrazione.
Tra le eccellenze l'indice di cure e assistenze domiciliari («il più alto in Sardegna»), mentre l'indice di povertà relativa è allarmante (21 per cento), ma comunque più basso rispetto al resto della provincia (25,9).
IL CONTINGENTE Se è vero che la popolazione residente è scesa a 157 mila unità, Cagliari deve ogni giorno reggere la pressione di altre 200 mila persone, che vi si recano per lavorare o studiare. «E il sistema dei trasporti è in affanno, soffocato dall'inadeguatezza dei mezzi pubblici e dall'illusione di opere mai realizzate (metropolitana e parcheggi interrati in via Roma), che non basterebbero comunque a risolvere i problemi», sostengono i tre segretari. «Dal punto di vista sociale non possono essere negati i problemi con i quali si devono confrontare le 1500 famiglie dove c'è un lavoratore in cassa integrazione: fenomeno facilmente spiegabile con la vocazione delle imprese cittadine, sempre di più legate al terziario».
LE PRIORITÀ Per far fronte alle emergenze fin qui elencate, ma anche al taglio dei trasferimenti statali, i sindacati propongono una riorganizzazione della macchina amministrativa: «Anzitutto con l'adozione di un accordo sugli appalti (che garantisca la continuità del lavoro in caso di cambio del gestore del servizio aggiudicato) e poi con la valorizzazione di società "in house" come la Multiservizi».
Un altro problema urgente è quello residenziale-abitativo: «Manca una politica della casa attenta alle esigenze dei lavoratori e dei pensionati, mentre ci sono alti tassi di evasione nel mercato degli affitti (studenti e immigrati) - aggiungono - si pensi che, pur in una città dove risiedono migliaia di studenti pendolari, il Comune non riconosce la riduzione dell'Ici ai proprietari che affittano la casa a studenti con il contratto a canone concordato, disincentivandone di fatto l'utilizzo».
SERVIZI E CULTURA Tra le ricette proposte dai rappresentanti dei lavoratori c'è anche quella di un'integrazione degli esercizi commerciali cittadini con quelli dell'hinterland: «Così potremmo costruire un modello di società che preveda la conciliazione dei tempi di vita con quelli di lavoro (orari degli esercizi commerciali compresi), con una rete di servizi pubblici efficienti (dai trasporti, agli asili nido, ai centri di aggregazione)».
Ma questo si può fare se l'amministrazione riesce a coordinare l'intervento pubblico e privato. Anche l'utilizzo dei beni culturali potrebbe diventare motore di sviluppo e di occupazione: «Anche stabile, se si riuscisse a mettere insieme enti pubblici e privati, piccole cooperative e la Chiesa, in modo non più solo sporadico in pur interessanti iniziative (come Monumenti aperti), ma continue nel corso dell'anno».
AMBIENTE E UNIVERSITÀ Nel lungo elenco di richieste finisce anche quella di un miglior utilizzo delle risorse stanziate dalla Regione per alcuni progetti (circa 30 milioni di euro) per il compendio naturalistico e turistico Molentargius, Saline, Poetto, il Parco della Musica e la residenzialità e l'integrazione degli studenti nella città: «Ma la stessa concreta integrazione nel tessuto della città della popolazione studentesca universitaria può costituire una opportunità anche in termini di prospettiva - fanno rilevare i rappresentanti sindacali - occorrerebbe operare per garantire il diritto alla residenzialità universitaria, per un migliore accesso ai servizi, per come questi aspetti influenzano e condizionano l'esigibilità del diritto allo studio: con le dinamiche demografiche attuali la popolazione studentesca è il polmone della giovane generazione sulla quale investire».
PORTO E INDUSTRIE Ma vi sono anche altre attività che possono portare sviluppo e occupazione di qualità: il rilancio del porto storico («oggi ridotto ai minimi termini»), l'attività croceristica («che andrebbe però appoggiata da un'accoglienza commerciale più efficiente», il transhipment nel porto industriale e la valorizzazione delle aree vicino allo scalo marittimo («per le quali occorre mettere la sordina alle diatribe tra enti») e l'aeroporto, decisivo per incrementare in maniera significativa i flussi turistici.
«Ma non si può dimenticare l'importanza delle aree industriali alle porte di Cagliari, Sarroch e Macchiareddu, alle quali va dedicata la massima attenzione per una maggiore qualificazione in termini di qualità puntando, tra l'altro, all'ampliamento dell'utilizzo del trasporto pubblico da parte dei lavoratori».
Un lungo elenco di problemi, al quale i candidati sono chiamati a rispondere in tempi brevi. ( a. mur. )