Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Le tribune causa della rovina del monumento

Fonte: La Nuova Sardegna
13 aprile 2011

Senza appello la relazione dei massimi esperti italiani di restauro




ALESSANDRA SALLEMI

CAGLIARI. L’anfiteatro romano in dieci anni di copertura con le tribune di legno ha subìto danni gravi, è impossibile salvare il monumento se non si tolgono spalti e camminamenti, le tribune stesse attaccate da funghi che provocano la temuta «carie bruna» hanno perduto le caratteristiche di sicurezza necessarie per accogliere gli spettatori. E’ la drammatica parola degli esperti, inviati il 10 marzo scorso dall’Istituto superiore per la conservazione e il restauro, che segna una croce definitiva sulla propaganda pro tribune di legno sostenuta negli anni e rinfocolata di recente allo scopo di allestire all’anfiteatro gli spettacoli estivi. Il grido d’allarme era stato più volte lanciato l’estate scorsa dal soprintendente ai beni archeologici, Marco Minoja (nella foto), la conferma più autorevole che in Italia si possa ricevere sul tema della conservazione dei monumenti è stata messa per iscritto da architetti, chimici, restauratori venuti a Cagliari. Gli esperti del ministero spazzano via subito un’affermazione fatta per anni contro chi denunciava che il monumento del II secolo dopo Cristo era stato utilizzato come fondamenta per le impalcature: il Comune ha sempre sostenuto che le strutture non toccavano le pietre antiche, gli ispettori invece scrivono «il monumento è quasi completamente obliterato dalle strutture predisposte nel 2000 per l’allestimento di spettacoli musicali e teatrali... sostenute da pilastri... incassati nelle strutture lapidee del monumento antico... Alla struttura principale si affianca un sistema di percorsi orizzontali e verticali... che poggia a volte sulla pietra dell’anfiteatro». Anche per il palco e «gli elementi ad esso connessi» c’è un’ulteriore struttura di sostegno «che oblitera interamente l’arena», la struttura è «composta anch’essa da un fitto sistema di strutture metalliche quasi sempre poggiate direttamente su elementi lapidei antichi». Poi una disperante descrizione di quel che succede all’anfiteatro causa la copertura di legno. «... Quando piove la parte sotterranea dell’anfiteatro si allaga e la struttura sovrammessa, impedendo l’evaporazione dell’acqua, determina sia la disgregazione della pietra, sia un diffuso sviluppo di patine biologiche...». Altro danno provocato dalle tribune: i vortici causati «dall’aria che si incanala (in alcuni punti), partecipano al processo di erosione della pietra». Ancora: «Ci sono alcune zone in cui la pietra è visibilmente attraversata da fratture o da lesioni ad andamento verticale, che dovrebbero essere oggetto di monitoraggio per valutare l’eventuale evoluzione della situazione». E qui sta uno dei punti centrali: con le tribune sopra, niente si può fare. «Dove si osservano situazioni problematiche dal punto di vista statico, come nel nicchione, la struttura sovrammessa impedisce di effettuare indagini e monitoraggi... la preoccupante riduzione di sezione resistenti dei piedritti di archi e piattabande, provocata dall’erosione della pietra, a causa della struttura sovrammessa, non può essere né adeguatamente valutata, né sanata con mirati interventi di restauro». Anche i vecchi restauri sono «in condizioni precarie». Un’ultima osservazione riguarda le tribune di legno lamellare e chiude le aspettative per l’estate 2011: ci sono alterazioni «di origine fungina riconducibile a carie bruna, il legno affetto da tale alterazione ha una progressiva perdita di resistenza meccanica». Più chiaro di così c’è soltanto la conclusione a cura dei periti: «Il monumento giace in abbandono. La struttura sovrammessa, utilizzando sostanzialmente il monumento archeologico come semplice piano d’appoggio, non solo ne compromette lo stato di conservazione, impedendo indagini e interventi conservativi o manutentivi, ma ne rende pressoché impossibile la percezione, non consentendo di conseguenza né la lettura archeologica, né l’apprezzamento di aspetti architettonici, costruttivi e paesistici di grande interesse».