Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Nuovi arrivi: il no della Regione

Fonte: L'Unione Sarda
11 aprile 2011


Cappellacci e Floris: «Altri migranti? La Sardegna ha già dato»

«La Sardegna ha già dato il suo contributo e nessuno ci ha avvisato dell'arrivo di altri migranti, per cui la situazione resta quella attuale che vede i 700 tunisini ospiti nell'ex deposito dell'aeronautica di viale Elmas in attesa di avere il permesso di soggiorno temporaneo». La triplice rassicurazione arriva dal governatore Ugo Cappellacci, dal sindaco di Cagliari Emilio Floris e dal prefetto Giovanni Balsamo. Tutti e tre ieri hanno spiegato che, almeno a breve, non ci saranno ulteriori sbarchi, smentendo l'ipotesi di un imminente arrivo nell'Isola di altri 1200 disperati in fuga dal Nord Africa.
PARLA BALSAMO «Non ci risulta assolutamente che siano in programma nuovi arrivi di migranti - sono le parole del prefetto Balsamo -, né dal Ministero ci hanno messo preventivamente in allerta in questo senso. Direi che questa terra il suo contributo lo ha già dato, rimboccandosi le maniche e dimostrando grande generosità, per cui in un'ottica di equilibrio e di distribuzione sul territorio nazionale, tendo a escludere che ci possano essere nuove richieste ai sardi. Certo la situazione è piuttosto fluida, in questo momento sembra sotto controllo, ma nessuno è in grado di dire cosa accadrà nel prossimo futuro». Insomma, se dovessero esserci, come appare assai probabile, nuove ondate migratorie - ora anche dalla Libia in fiamme - allora le cose potrebbero cambiare.
I NUOVI SITI In questo caso la Sardegna ha comunque già preparato una lista di nuovi siti in cui, ipoteticamente, si potrebbe fare lo stesso lavoro che a tempo di record è stato fatto nell'area di Elmas, dove in appena 24 ore è stato allestito un centro di accoglienza per 700 persone. Tra questi figurano l'ex vivaio della Forestale di Torregrande, il centro intermodale di Chilivani e l'ex Capi a Monastir. «Sono siti che sono stati già esaminati in varie occasioni - conferma il prefetto di Cagliari -, ma diciamo che sinora ci si è fermati a una fase di verifica preliminare, quando si è dovuto scegliere siamo velocemente andati sulla struttura di viale Elmas, che ci sembrava la più idonea. All'occorrenza si vedrà, ma in questo momento sono discorsi prematuri».
SECONDA ONDATA Tra le fila di coloro che in questo momento non vogliono sentir parlare di altri sbarchi figurano il governatore Ugo Cappellacci e il sindaco di Cagliari Emilio Floris. I quali avevano tra l'altro manifestato subito la loro contrarietà rispetto alla scelta di ospitare nella base di viale Elmas, dentro il centro abitato, i 700 migranti arrivati la scorsa settimana. «Tutte le autorità ci hanno assicurato che non sono previsti nuovi arrivi nei prossimi giorni - spiega Cappellacci - . A me nessuno ha parlato di questa possibilità, né in occasioni ufficiale né informalmente, per cui ritengo che al momento sia una cosa da escludere, anche perché la Sardegna ha già fornito il suo contributo. Resta scontato che noi ci opporremmo all'invio di nuovi migranti, non perché difettiamo di solidarietà, ma solo perché il numero che abbiano già accolto è più che sufficiente». Sulla stessa lunghezza d'onda il primo cittadino di Cagliari Emilio Floris: «Non so nulla di nuovi arrivi, nessuno me ne ha parlato e anzi ho ricevuto assicurazioni dal prefetto che non accadrà. Rimane ferma la nostra indisponibilità a ospitare altri migranti, quelli che già ci sono rappresentano un numero notevole e la scelta di fare il centro di accoglienza in città continuiamo a non condividerla, sarebbe stato meglio sistemarli in più centri al di fuori dell'abitato, con questo non viene meno la solidarietà ma rimangono le preoccupazioni».
IL CENTRO Decisione che il prefetto Balsamo invece difende: «Quella di viale Elmas è la struttura più idonea tra tutte quelle che sono state prese in considerazione - conclude -, ha ampi spazi ed è organizzata quasi come una cittadella. Quando prevediamo di svuotarla? Dipende dalle procedure per il rilascio dei permessi di soggiorno temporanei, che prevedono due fasi: una di competenza della Questura e l'altra del Ministero. Credo però che, facendo una stima approssimativa, entro dieci quindici giorni in quel sito non ci saranno più migranti».
MASSIMO LEDDA