Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

L’ambiente e la città, c’eravamo tanto amati

Fonte: La Nuova Sardegna
18 agosto 2008

LUNEDÌ, 18 AGOSTO 2008

Pagina 19 - Cronaca

Dal Poetto a Santa Gilla: le occasioni, le illusioni e le speranze dei cagliaritani



I gruppi ecologisti chiedono che le amministrazioni investano sul territorio urbano



Legambiente: «Ora tutti gli enti interessati decidano il ripristino della vecchia sabbia»

ROBERTO PARACCHINI

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CAGLIARI. Non è un caso che il Poetto sia la «spiaggia dei centomila». E chi si è recato ieri sul lungomare ha avuto una riprova dell’amore che i cagliaritani hanno per questa parte della città. Affollatissima anche in questi giorni, più che nel passato: in molti hanno preferito restare in città. «Ma sempre più - affermano gli ambientalisti - ci viene chiesto di sollecitare interventi di riqualificazione del Poetto».
Spiaggia. «I cagliaritani non si rassegnano», afferma Vincenzo Tiana, presidente regionale di Legambiente. Nel 2002 vi fu il ripascimento della sabbia del Poetto, ma tutto venne fatto in pochi giorni, secondo un protocollo da protezione civile che ha impedito correzioni in corso d’opera. E il risultato è stato, ed è, una sabbia diversa: grigia, di granulometria maggiore e limacciosa. E un mare non più cristallino.
Erosione. Il ripascimento era nato dall’esigenza di porre un freno all’erosione della spiaggia, frutto di una rapina della sabbia durata decenni e accentuata nel dopo guerra. Ma il rimedio non solo ha cambiato la qualità ambientale (la sabbia del Poetto era come un delicato cristallo), ma pure il paesaggio. E ora molti cagliaritani rivogliono la vecchia qualità: di sabbia e di mare. «Noi abbiamo chiesto - continua Tiana - anche di recente un impegno per un intervento sperimentale: che Regione, Comune e Provincia si riuniscano attorno a un tavolo e mettano in pratica quanto redatto dalla commissione regionale (voluta dall’allora assessore Tonino Dessì), che precisava che è ancora possibile intervenire per ripristinare la vecchia sabbia».
Mare. «Quest’anno abbiamo assistito a un forte aumento del traffico diportistico - commenta Luca Pinna, responsabile regionale del Wwf - e questo va bene, ma la mancanza di controlli fa sì che molte barche si ancorino troppo vicino al Poetto. Fatto che, aggiunto alla maleducazione di alcuni, ha prodotto pure diversi problemi igienici, dovuti agli scarichi. Noi abbiamo sollevato il problema che, sia chiaro, si inserisce all’interno della questione dell’assenza di una gestione del lungomare».
Servizi. La pulizia della sabbia viene fatta oggi in modo più preciso, ma «ancora insufficiente, soprattutto nei momenti di grossa affluenza - sottolinea Pinna - inoltre capita di vedere persone che vorrebbero gettare i loro rifiuti negli appositi contenitori, ma non hanno adeguate indicazioni su dove depositarli: in alcune posizioni i cassonetti non si vedono». Ultimamente ha fatto un passo avanti il piano unitario del litorale (pul), ma «a tutt’oggi non si vede ancora, nella pratica, un progetto serio sulla riorganizzazione dei servizi».
Ex Marino. Il vecchio ed ex ospedale Marino è ancora abbandonato. Ci sono stati una serie di determine da parte della Regione per la sua trasformazione in una sorta di centro benessere, ma non si vede ancora niente. Intanto nei giorni scorsi il Gruppo di intervento giuridico e gli Amici della terra hanno presentato un esposto alla Procura della Repubblica e a tutti gli enti interessati, in cui hanno lanciato l’allarme perchè, così abbandonata, la struttura è diventata ricettacolo di rifiuti e di pericoli per i bagnanti e i bambini che vi ruotano attorno. Da qui la richiesta di «intervenire subito con una bonifica adeguata».
Molentargius. Il sistama umido di Molentargius con relative saline rappresenta un tuttuno ecologico con la spiaggia del Poetto. Nello stesso tempo «è una ricchezza ambientale non valorizzata - precisa Tiana - e le domande di rendere sempre più fruibile questo compendio sono implicite anche nei turisti che lo visitano. Domani (oggi, per chi legge - ndr) accompagneremo un altro gruppo di persone alla scoperta dello stagno e della sua avifauna». Da anni Legambiente sollecita il rilancio completo della zona con la ripresa della produzione del sale, cuore del sistema di Molentargius.
Sella del Diavolo. Il compendio ambientale che va dalla caserma Ederle, a Calamosca, sino alla Monfenera, in viale Poetto, comprende un’area di circa centottanta ettari. «Parte degli immobili di questa zona - sottolinea Tiana - sono stati trasferiti dalla Stato centrale alla Regione, ma ora il processo deve essere portato avanti sino al passaggio delle aree. Solo così si potrà dare vita a un grande parco». Per il momento restano le visite alla Salle dal Diavolo e il panorama mozzafiato di chi, arrivato in cima, abbraccia con lo sguardo il Poetto e Molentargius.
Santa Gilla. La laguna, da tempo inserita nel piano nazionale di bonifica, «attende che si completi questo tipo di intervento - spiega Tiana - ma inutilmente. Dopo la prima operazione di riqualificazione, non si è proseguito nel recupero ulteriore, necessario per eliminare trent’anni di accumuli di metalli pesanti». Eppure in quest’area «c’è un grande potenziale: non solo turistico, ma anche riproduttivo: per l’allevamento dei prodotti ittici. Quest’anno vi sarà il rinnovo della concessione dei pescatori. Ed è questa l’occasione per dare un’accelerata al processo di riqualificazione integrale».
Piazze. La cura dell’ambiente, però, si vede «anche nella città - precisa Pinna - vi sono molte piazze cagliaritane che sono lasciate in balia di se stesse. Quella titolata a Giovanni XXIII, ad esempio, nella parte vicino alla chiesa (dove non si stanno facendo i lavori), dà l’impressione di completo abbandono. Il degrado si tocca con mano e la fontana sembra una fogna a cielo aperto. Troppa incuria da parte dell’amministrazione. Negli ultimi tempi c’era più attenzione. Quest’anno pare si sia tornati indietro».