Avviate le procedure in questura. Arrestato un pregiudicato. Nella notte rissa con un giovane ferito
L'euforia e la gioia per la notizia che il Governo aveva deciso di concedere i permessi di soggiorno, ma anche qualche bottiglia in più di birra (che alcuni immigrati hanno comprato sgusciando dalla recinzione) hanno provocato momenti di tensione nella seconda notte che i 700 tunisini hanno trascorso nel centro d'accoglienza di Cagliari. C'è stata una rissa e un giovane tunisino è rimasto ferito leggermente, forse accoltellato, ma dopo essere stato medicato al pronto soccorso, si è allontanato senza fornire spiegazioni sull'accaduto. In mattinata, poi, un altro è stato arrestato perché doveva scontare una condanna, mentre per altri sessanta sono già iniziate le procedure per concedere i permessi di soggiorno.
RISSA «Stanotte succederà qualcosa» aveva detto qualcuno del servizio di guardia, poco dopo le 22 di giovedì: «Sono molto euforici e sta girando dell'alcol che comprano fuori». Previsione azzeccata: poco dopo l'una di notte, un tunisino è stato portato con un'ambulanza all'ospedale Brotzu dopo una rissa con qualche suo connazionale. Aveva un taglio vicino alla spalla, fatto con un coltello o forse con una chiave, ma la ferita è stata suturata con due punti e subito è stato dimesso. Ai soccorritori ha negato di essere stato aggredito e, quando gli uomini della Squadra Mobile hanno tentato d'interrogarlo, l'immigrato si era già dileguato.
ARRESTO Gli agenti della polizia hanno arrestato un altro ospite del centro: Issam Rebai, tunisino di 33 anni, doveva scontare una condanna a 2 anni e 9 mesi perché accusato, nel 2002, di spaccio di droga tra Brescia e Bergamo. A Lampedusa avrebbe fornito un altro nome durante le procedure di identificazione, ma poi, con le impronte digitali, è emersa la reale identità.
PARLAMENTARI «Rispetto alla situazione di Lampedusa i migranti qui stanno sicuramente meglio». Queste le parole del deputato Paolo Fadda che ieri, assieme ad altri parlamentari del Pd, ha visitato il centro d'accoglienza. Oltre al segretario regionale Silvio Lai, con lui c'erano anche i parlamentari Amalia Schirru, Francesco Sanna e Giulio Calvisi. «La notizia del permesso temporaneo» ha spiegato Fadda, «ha rasserenato gli animi, ma è chiaro che siamo sempre di fronte a una situazione di provvisorietà».
OSPEDALE MARINO C'è la storia di un giovane che è scappato dalla Tunisia per curarsi e non perdere l'uso della mano. Ieri, dopo le 14, un'ambulanza ha lasciato il centro diretta all'ospedale Marino di Cagliari, specializzato in ortopedia. Il giovane, che a causa di una vecchia frattura alla mano avrebbe quasi perso l'uso dell'arto, è stato visitato dagli specialisti e poi riportato al centro. In settimana - confermano dall'ufficio stampa della Asl - sarà visto nuovamente dal Chirurgia della mano che proveranno a rimettere in funzione tendini e muscoli. Un intervento che, a quanto pare, non era possibile in Tunisia.
PERMESSO Arrivato giovedì sera il via libera ai permessi di soggiorno, ieri mattina i primi 55 tunisini sono stati trasferiti nell'ufficio immigrazione della Questura per le procedure di rilascio del documento provvisorio: ci vorranno cinque o sei giorni per ogni caso, in modo da accertare con cura l'identità e che non pendano motivi che possano ostacolare il rilascio del pass.
QUARTIERE E anche ieri, in viale Elmas, il viavai di immigrati che saltavano la recinzione per poi rientrare nel centro, è stato continuo. Quasi tutti si sono diretti a Sant'Avendrace e San Michele, per passeggiare ma anche che per fare qualche acquisto. «Si stanno comportando tutti bene», ha ribadito Edoardo Tocco, consigliere regionale del Pdl, ex presidente della circoscrizione: «Ma resta la preoccupazione tra gli abitanti dei quartieri vicini perché il numero è veramente elevato. Dunque è necessaria una vigilanza adeguata».
SICUREZZA Oltre ai Carabinieri del Battaglione Sardegna e agli agenti del Reparto Mobile della Polizia, a pattugliare i due rioni a ridosso del centro di viale Elmas ci sono ogni giorno un gran numero di pattuglie. «Non sono detenuti, dunque se vogliono uscire non possiamo fermarli», commentava ieri sera uno degli uomini di guardia, «ma la vigilanza resta alta ».
FRANCESCO PINNA