Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Poker d'assi per ritrarre Cagliari

Fonte: L'Unione Sarda
18 agosto 2008

Mostre


È una Cagliari smontata e ricomposta secondo interessanti ottiche visive, quella che emerge dalla mostra Il paesaggio normalizzato . Opera corale di quattro fotografi che hanno agito in piena autonomia l'uno dall'altro, senza dividersi zone e quartieri. Capita così, a scorrere la nutrita esposizione visibile sino al 30 settembre nei Sotterranei del Palazzo Civico, che il visitatore s'imbatta nelle stesse vie e piazze, nei medesimi reticoli di un tessuto urbano che attraverso gli obiettivi incrociati degli autori rivela palesi squilibri e recondite armonie. La Cagliari di Mimmo Caruso evidenzia ventri di cantieri, distese d'asfalto, periferie mal cresciute, erbacce e graffiti, scheletri di ponteggi con in primo piano le foglie rugginose di una ostinata pianta di vite americana.
Tagli geometrici, con fulcro su elementi semplici come un palo, caratterizzano le immagini di Nino Corona. I suoi scatti colgono il dinamismo dei prospetti degli edifici o la fissità della base della statua di Carlo Felice, monumento che privo della effige reale si porge come un monolite. Il dissestato Padiglione Nervi, invece, e la mite fontana di San Bartolomeo o il vecchio Ospedale Marino posato come una virgola sulla ex sabbia del Poetto: l'obiettivo di Massimo Drago si sofferma su elementi sopravissuti ai piani regolatori, sullo stadio di Sant'Elia, sui parcheggi aerei dei supermercati. Non commentano, i fotografi, non manifestano nostalgie. Indicano, con talento, spigoli e innesti della stratificazione urbana, i rimasugli delle macerie post belliche come i nuovi sfaceli edilizi. Quasi totalmente spopolate, col mare quasi assente ma con un frequente richiamo agli stagni e alle saline, le immagini mettono in luce aspetti inconsueti di luoghi familiari eppure sorprendentemente sconosciuti. Antonio Loi, l'unico dei quattro a non usare il colore, si sofferma sulle mura dei bastioni, sulle pietre smussate, le angolature fortilizie. Sono spazi assai silenziosi i suoi, anche quando riprende una di solito congestionata piazza Amendola o sceglie un'inquadratura di via Garibaldi allargata a dimensioni da boulevard.
A documentare "l'occhio collettivo", un catalogo Eidos ( nel quale non sarebbe dispiaciuto trovare delle note tecniche) con introduzione dell'assessore alla Cultura del Comune di Cagliari (promotore dell'iniziativa) Giorgio Pellegrini e un testo di Massimo Sanna.
ALESSANDRA MENESINI

15/08/2008