Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Massabò: «Tra quei costumi un unicum di millenni»

Fonte: La Nuova Sardegna
8 aprile 2011



Il museo archeologico «Sanna» riapre dopo venti anni la sezione etnografica




CAGLIARI. Bruno Massabò, Soprintendente ai Beni Archeologici delle province di Sassari e Nuoro, tradendo il consueto e scontato aplomb di funzionario dello Stato si accalora nel raccontare quella che per la città di Sassari e la Sardegna intera, domani sarà una giornata storica. Il museo archeologico Sanna che pure ha «problemi strutturali, il tetto da rifare...», una situazione di volumi espositivi «in pessimo stato» apre finalmente la prima sezione dell’ingente patrimonio della collezione etnografica iniziata dalla donazione di Gavino Clemente. Una ricchezza rimasta a lungo celata nei depositi che Massabò è riuscito a portare in parte alla luce, dopo che si sono liberati i locali destinati alle tele, trasferite al Canopoleno.
Ecco così, dopo oltre venti anni, svelata una parte di memoria collettiva. Si rintraccia tra le teche e gli armadi de «L’abbigliamento tradizionale della Sardegna», prima sezione nata dalla donazione Clemente nel tempo accresciutasi di altri preziosi oggetti e reperti. Fino a diventare - come ha spiegato Massabò - una raccolta importante fatta non solo di abiti e tessuti, ma anche di «oggetti d’uso quotidiano, monili o corni incisi, cesti e perfino mobili, oggetti accumulati grazie a lasciti e una accorta campagna di acquisizioni che vorremmo un giorno riuscire ad esporre completamente». È da questi oggetti in particolare che «si riannodano i fili, di quell’unicum - ha detto ancora il Soprintendente di Sassari e Nuoro - di originalità culturale mantenutosi quasi indenne attraverso i secoli». Una collezione insomma che potrebbe diventare davvero preziosa per tutta l’isola se ci sarà la doverosa attenzione degli Ent Locali a partire ovviamente dalla Regione (w.p.)