Il ritratto dei giovani talenti che fanno dell’«illegalità» una filosofia
CAGLIARI. È nei primi ann ’90 che il writing fa il suo ingresso a Cagliari. In testa c’è Game. È solo un ragazzino ma ha talento. Va sullo skate e sa fare le tag perché viene da Milano, la città cosmopolita per eccellenza, dove tutto è in continua evoluzione compresa l’arte della strada. Di origini sarde, Game insieme alla sua Mafalda (una meticcia che ha fatto storia) si fa presto la sua cerchia di amici: si creano le prime crew.
La nuova arte, quella che fa dell’«illegalità» uno dei punti chiave, si plasma al tocco di più menti e mani. Al bando Internet e cd: ci sono i vinili e le cassette. È la musica di Bone Thugs N Harmony, Notorious, Tupac e quella dei Sangue Misto con Sxm a fare da sottofondo alla scena hip hop. Questi sono anche gli anni delle prime fanzine: Aelle e Tribe vanno a ruba. Nascono i Twb (the wall brothers) con Game, Name, Fame, Crime, First, Stab e Gnats. Contemporaneamente si fanno notare Zisto e Insane. A Nuoro Wave e Grim. Ad Iglesias si formano Pasio e la sua crew. Sperimentano, creano, fanno della street art una nuova forma di espressione che conquista sempre più giovani. Sono loro le pietre miliari del writing in Sardegna. Il fenomeno prende il largo con nuove crew: Tnt, Abt e Mya con Farfa, Dream, Kappa, Crime, Brata e Anrb. Poi Grimace, Seno, Grab, First, Game e Fear si fanno largo con i Thc. Il muro di via fiume, il terrapieno ed il pistino di via Rockfeller diventano i luoghi di incontro, di colore e condivisione. Nascono le jam autoprodotte: vere e proprie serate di breakdance, freestyle e writing.
B.C.