Unesco: l'inno d'Italia affidato all'Accademia
Vedi la foto Sarà aperto dall'Inno di Mameli cantato da Omo Bello - la splendida soprano nigeriana che si è aggiudicata la prima edizione del premio Pavarotti - e si chiuderà con “Asturias” di Albeniz, eseguita dalle chitarre di Sebastien Llinares e Cristian Marcia. Il Galà “Cagliari, la Sardaigne, la Musique, au coeur de la Méditerranée” il 17 marzo all'Unesco, Parigi, avrà il sapore di un omaggio ai 150 anni dell'Unità d'Italia (e a Mazzini che amava la chitarra).
Proposto ormai da quattro anni nella prestigiosa Maison di Avenue de Suffren dall'Accademia internazionale di musica di Cagliari, il Gala è stato scelto quest'anno dall'Ambasciata Italiana di Francia e dall'Ambasciata all'Unesco per rappresentare a Parigi la grande festa italiana. Un riconoscimento importante per l'Accademia che ormai da undici anni sceglie la Ville Lumière (e la primavera) per presentare a un vasto pubblico il suo corso di alto perfezionamento musicale: un'iniziativa didattica - ideata da Cristian e Gianluca Marcia - che porta al Conservatorio di Cagliari allievi e maestri di tutto il mondo. Quest'anno, dal 29 agosto al 6 settembre, giungeranno in città 21 musicisti di prestigio internazionale. Alcuni di loro (su tutti il pianista Jean Marc Luisada, il flautista Jean Ferrandis, l'oboista Jean-Louis Capezzali, i Quatuor Modigliani) saranno fra i protagonisti del concerto che tra una settimana porterà all'Unesco 1600 spettatori.
Ma torniamo alla settimana prossima: madrina della serata parigina sarà Claudia Cardinale (alla quale Luisada, nel ricordo del Gattopardo viscontiano, dedicherà la “Serenata” di Nino Rota). Gran cerimoniera, Macha Meril. Musica dunque, e non solo musica. Al di là dell'eccezionalità di quest'anno, l'appuntamento parigino è diventato un importante momento di promozione internazionale per Cagliari e la Sardegna, un'occasione per raccontare a un pubblico diverso i tesori culturali di un'isola nel cuore del Mediterraneo. A ospitare ieri mattina a Cagliari la presentazione del Gala parigino è stato l'assessorato regionale al Turismo, che quest'anno sostiene con maggior forza l'iniziativa, affiancato dalla Presidenza della Giunta e dalla Presidenza del Consiglio, dall'Agenzia governativa regionale Sardegna Promozione, dalla Provincia (assessorato alle Attività Produttive e Turismo) e dal Comune di Cagliari. Quest'ultimo, col Gabinetto del sindaco e quattro assessorati: Turismo, Attività produttive, Politiche sociali e soprattutto Cultura, da sempre in prima linea nel sostenere l'Accademia.
Trait d'union tra Palazzo Civico e Regione è Ada Lai, che con Giorgio Pellegrini ha sempre creduto in questa iniziativa e continua ora a farlo nella sua nuova veste di dirigente dell'assessorato regionale al Turismo. All'assessore Luigi Crisponi il compito di esprimere i sentimenti di «attenzione e di orgoglio» per l'iniziativa che attraverso la musica racconta «un pezzo della nostra qualità». “L'isola che danza”, e opera in un'ottica di modernità, è la parte migliore della nostra storia: «andare nella tana del diavolo, scovarlo e portarlo qui è il nostro compito». Non a caso la Francia è tra i primi cinque mercati mondiali a cui la Regione guarda con interesse. «Ho impiegato un secondo ad accettare la proposta dei Marcia. L'Unesco attraverso l'Accademia ci offriva un palcoscenico internazionale di prestigio, come dire di no? Per noi è una grande occasione, e un motivo per andare avanti, nonostante le difficoltà». Soddisfatti anche Adamo Pili (Agenzia del Turismo), e Michele Cossa, vice presidente del consiglio regionale, che ha tenuto a sottolineare l'unicità della Sardegna, chiamata a rappresentare a Parigi le celebrazioni dell'Unità d'Italia.
I fratelli Marcia hanno incassato fiducia e apprezzamenti, annunciando (Gianluca) che alla vigilia del Gala illustreranno alla stampa specializzata e ai circoli dei sardi il senso culturale e turistico del loro impegno. «La cultura deve creare business», ha aggiunto Cristian, ricordando come di Sardegna si parli, grazie all'Accademia, alla Geddai di Tokyo, al Royal College di Londra, alla Julliard School di New York. «La musica è un linguaggio universale. In undici anni di qualità e fatica abbiamo fatto molti sacrifici, e avuto grandi soddisfazioni». Il prossimo anno? «Sarebbe bello esordire al Gala con “Conservet deus su re”», azzarda divertito Crisponi. E chissà che Parigi non lo prenda sul serio.
MARIA PAOLA MASALA