Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Sì al palazzo di fronte alla basilica

Fonte: La Nuova Sardegna
10 marzo 2011



La maggioranza fa quadrato per approvare la nuova lottizzazione



L’ODISSEA DI BONARIA Il consiglio comunale non ha ascoltato le richieste dei cittadini della zona

ROBERTO PARACCHINI

CAGLIARI. Il centrosinistra ha tentato anche di far mancare il numero legale, uscendo all’aula. Ma inutilmente, la seduta del consiglio comunale era in seconda convocazione e, quindi, sono bastati anche 15 voti su 41 e la lotizzazione vicino a Bonaria è stata approvata.
E così a poco più di quaranta metri dalla basilica di Bonaria sorgerà un palazzo di quattro piani, in uno spiazzo un tempo destinato a verde. L’altro ieri la maggioranza del consiglio comunale ha detto «sì» all’adozione della lottizzazione, ora scatteranno i sessanta giorni per le osservazioni e infine l’approvazione definitiva. In precedenza l’area era indicata come verde pubblico, poi è stata «sdoganata» e ora è possibile costruire, seppure con un indice ridotto.
La basilica di Bonaria, però, è un bene identitario, ma questo non basta più. La distanza obbligata non c’è più: esisteva in precedenza in attesa dell’adeguamento del nuovo piano regolatore (Puc) al Ppr. «Con questa scelta - sottolinea Andrea Scano, consigliere comunale del Pd - abbiamo una riprova di come la Giunta e la maggioranza puntino in modo indiscriminato alla costruzione di nuovi edifici, occupando tutti i fazzoletti di terra liberi che esistono ancora». La realtà, precisa Ninni Depau, capo gruppo del Pd, «è che l’esecutivo ha colpevolmente trascurato la realizzazione di spazi per il verde e per i servizi. Con la politica di lottizzazioni continue è stato cambiato il paesaggio della città», senza attenzione nemmeno per le aree più interessanti in termini paesaggistici.
La settimana scorsa gli abitanti avevano promosso una manifestazione proprio davanti a Bonaria per protestare contro la realizzazione del progetto. In prima fila, oltre al regista Enrico Pau (vedasi articolo a lato), anche Cagliari Social Forum, Italia Nostra e centinaia di cagliaritani che volevano «difendere la bellezza rimasta nella città». Poi c’è stata una petizione con 1.500 firme raccolte in pochi giorni e una lettera inviata al sindaco Emilio Floris «che si era impegnato a impedire l’intervento», considerato dalla maggior parte degli abitanti della zona «un danno a uno dei quartieri più significativi della città sul piano della coerenza architettonica».