I proprietari dei terreni di Tuvumannu sostengono che l'intesa non sia più valida
La famiglia Sotgiu attacca: «È tempo di risarcire i danni» Coimpresa sostiene che la sentenza del Consiglio di Stato che ha stabilito la legittimità dei vincoli paesaggistici della giunta Soru su Tuvixeddu non riguardino l'Accordo di programma. Ma tra i firmatari della convenzione del 2000, c'è chi sostiene che il progetto di «riqualificazione urbana» del colle sia ormai superato. «Ho il dubbio che l'Accordo sia ancora valido», dice Antonio Dettori, figlio di Piera Sotgiu, che prese parte al contratto con Regione, Comune e la società del gruppo Cualbu.
L'ESPROPRIO La famiglia Sotgiu era proprietaria dei terreni su cui vennero realizzati i palazzi di via Castelli, espropriati all'inizio degli anni Ottanta. È in questo momento che inizia la saga di Tuvixeddu: «L'intesa mise una pezza ai danni che il Comune ci avrebbe dovuto pagare». Piera e Rosanna Sotgiu ottennero in cambio dei soldi - che avrebbero affossato il bilancio del Municipio - il comparto “C2 A” del progetto di urbanizzazione. Circa 4100 metri quadrati, con accesso da via Turbigo sul quale possono essere costruite due palazzi per un totale di 10 appartamenti.
LA STRADA «Ma le costruzioni sono legate alla realizzazione della strada. E se l'asse viario che dovrebbe collegare via Cadello con via San Paolo rimarrà lettera morta, non si potrà procedere con l'urbanizzazione del nostro lotto», spiega Dettori.
Il conto dei danni in quasi undici anni è arrivato a una cifra stellare: 17 milioni di euro (17.373.000, per l'esattezza), ma la stima fatta nella perizia firmata dall'ingegnere Paolo Steri è del dicembre 2009. Nel frattempo è passato più di un anno e il tassametro ha continuato a correre. «Per rispettare questo Accordo di programma serviranno tempi biblici. E per noi il tempo della beneficenza è finito: vogliamo subito quello che ci spetta».
LA SCADENZA Ma quando scade l'Accordo di programma? In teoria le parti fissarono un termine di dieci anni, entro il quale realizzare le opere sul colle più discusso della città. Ma la convenzione venne modificata nel 2003, dunque ci sarebbe ancora tempo, ma non tantissimo: due anni per realizzare tutto.
«Per la nostra famiglia», dice Dettori, «l'intesa è scaduta nel 2010 e dunque le altre parti sono inadempienti». E così aumentano gli argomenti per avvocati e tribunali.
MICHELE RUFFI