AEROPORTO. Lo scalo potrebbe espandersi nei terreni dell'Aeronautica, ma nelle mire della società c'è la zona dello stadio
Palazzine, hangar e piazzole per aerei dal 2014 all'Enac
Cellino vorrebbe costruire lo stadio a Santa Caterina dove l'Enac potrebbe mettere il veto per motivi di sicurezza. La Sogaer - così ha dichiarato al nostro giornale il presidente Vincenzo Mareddu - vuole acquistare quelle aree per ampliare l'aeroporto di Elmas dimenticando che l'Aeronautica militare tra pochi anni abbandonerà la caserma Mameli e regalerà al gestore dello scalo migliaia di metri quadri di aree ed edifici più che sufficienti per espandere la sua attività. C'è qualcosa che non funziona nelle posizioni di due società, che all'apparenza sembrano agli antipodi, in contrasto per un pezzo di terra che, almeno sulla carta, ha scarso valore.
L'ADDIO Non c'è dubbio, lo sviluppo dello scalo di Elmas parte dal suo interno, dalla zona che ospita l'ultimo avamposto dell'Aeronautica militare nell'aeroporto intitolato a Mario Mameli, il pilota caduto a Tembien in Abissinia con il suo aereo. Dal primo luglio 2002 il 30° Stormo è stato sciolto e gli Atlantic, con equipaggi e staff logistici, trasferiti a Sigonella. Di quella che un tempo era un punto strategico per la lotta antisommergibile rimane ben poco. I tagli sono stati radicali e si capisce al volo. A partire dall'ingresso della struttura, costruita nel 1937 a ridosso del molo dell'Idroscalo e progettata da Giorgio Gandini. «Navighiamo a vista», commenta con una vena di amarezza il tenente colonnello Pier Paolo Caffagni. Superato il cancello, pareti scrostate, erbacce e porte arrugginite sono un segno dell'imminente ammainabandiera definitivo. «Qui lavorano ancora un centinaio di persone tra civili e militari che si occupano della manutenzione degli ultimi Atlantic e dei C130J. Il ministero della Difesa aveva previsto la chiusura del distaccamento aeroportuale nel 2005, poi con proroghe annuali lo stop è stato rimandato». Sino a quando andrete avanti? «Pensiamo sino al 2014, ma è una data che potrebbe anche slittare». Nel frattempo l'ufficiale e il suo staff tentano di conservare in modo decoroso la caserma. «Ci occupiamo ancora della gestione di acqua, energia elettrica e linee telefoniche in uso anche all'aeroporto civile. Non possiamo certo staccare la spina da un giorno all'altro, c'è bisogno di un passaggio di consegne programmato, graduale».
DA MILITARE A CIVILE Ma che ne sarà del circolo ufficiali, degli hangar, delle palazzine, delle piazzole di parcheggio, della mensa, dei magazzini, del cinema e di tutte le strutture aeroportuali? «Nel dicembre 2009 è stato firmato un accordo tra i ministeri della Difesa, dei Trasporti e delle Infrastrutture per la cessione di quasi tutte le aree occupate dall'aviazione militare all'Enac. La Sogaer, comunque, ha già a disposizione le piazzole per parcheggiare gli aerei nell'area militare», afferma il tenete colonnello Caffagni. L'ufficiale oltre non va.
L'Enac (Ente nazionale aviazione civile) tra pochi anni diventerà proprietario dell'aeroporto militare e lo scenario dello scalo potrebbe cambiare in modo netto. In ballo ci sono 29 milioni di euro per una serie di interventi che consentirebbero di adeguare e rimettere in sesto gli edifici e le strutture con le stellette. Tra queste l'opera più importante riguarda il trasferimento del Nucleo elicotteri dei carabinieri da Est a Ovest della pista. I militari dell'Arma accetterebbero senza problemi il trasloco nell'area che un tempo ospitava il campo di calcio interno, nel retro del comando di Compagnia, a patto che non debbano sborsare un centesimo. Con lo spostamento la Sogaer avrebbe a disposizione un hangar perfettamente funzionante e un'area vasta che soprattutto d'estate diventerà una valvola di sfogo per la sosta degli aerei.
Ecco perché non è chiaro il motivo di tanto interesse per la zona di Santa Caterina.
ANDREA ARTIZZU