CACIP. Il Demanio si oppone al ricorso degli imprenditori: «Conoscevano i rischi»
L'autorità portuale pubblica il bando sulle infrastrutturazioni
Vedi la foto L'Autorità portuale non perde tempo e pubblica il bando per l'assegnazione dei lavori di infrastrutturazione delle aree vendute dal Cacip a quattro imprenditori privati, espropriati dalla nuova delimitazione demaniale. Succede tutto poche ore prima dell'udienza, fissata per domani al Tar, sulla sospensiva chiesta da due imprenditori, contro la quale si è costituita l'Agenzia del demanio.
Mentre gli imprenditori, tra questi la Grendi spa, chiedono di bloccare tutto in attesa della decisione nel merito della questione per non mandare in fumo investimenti milionari, il Demanio si oppone e chiede il rigetto del ricorso con l'avvocatura dello Stato. Questo perché da tempo l'Autorità portuale aveva evidenziato la necessità di portare a termine la delimitazione del Porto Canale, solo parzialmente definita nel 1997 e nel 2001. Di recente aveva poi comunicato alla Capitaneria di Porto l'imminente entrata in vigore del piano regolatore del porto. Non solo: la delimitazione delle aree demaniali fissata il 24 giugno 2010 avrebbe confermato integralmente quanto contenuto nel provvedimento del 2 ottobre 2009 per il rilascio dei nulla osta. E allora, dice il Demanio, la Grendi da circa un anno prima dell'avvio del verbale di delimitazione conosceva i connotati di risalente demanialità portuale dell'area che avrebbero potuto comportare l'accertamento dell'invalidità o dell'inefficacia dell'acquisto delle aree cedute dal Cacip.
Il ricorso sarebbe, dunque, da respingere perché la Grendi avrebbe comprato i terreni su cui ha poi investito nonostante conoscesse benissimo i rischi che correva. In sintesi, secondo l'avvocatura dello Stato il danno lamentato dalla Grendi non è collegato alle nuove delimitazioni delle aree demaniali bensì a un'autonoma scelta imprenditoriale operata nella piena consapevolezza del rischio della illegittimità dell'edificazione del manufatto in assenza di un valido titolo concessorio.
Nell'opporsi alla sospensiva l'avvocatura dello Stato sottolinea infine che Antonio Musso, amministratore della Grendi, dal 2003 è uno dei componenti del comitato portuale dell'Autorità portuale: in quella veste si sarebbe occupato dell'adozione del piano regolatore portuale e anche dell'istituzione della free zone, due provvedimenti che presupponevano la demanialità dell'area venduta dal Cacip e comprata dallo stesso Musso in rappresentanza della Grendi.
MARIA FRANCESCA CHIAPPE