Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«I nostri terreni non sono demaniali»

Fonte: L'Unione Sarda
7 marzo 2011

Privati al contrattacco nella “guerra delle aree ex Cacip”: mercoledì udienza al Tar
   
«I nostri terreni non sono demaniali marittimi. Non lo sono mai stati e non possono esserlo». Gianmarco Cincotta, titolare della società Cincotta Group coinvolta nella “guerra delle aree ex Cacip” non ci sta. Rispetta il parere dell'Avvocatura dello Stato sul procedimento di delimitazione che ha incluso il terreno acquistato dall'ex Casic tra quelli “demaniali marittimi”. «Non lo erano all'origine, altrimenti a metà anni '80 non sarebbero stati espropriati e non lo sono diventati perché distano più di 200 metri dal mare». E la “guerra” è destinata ad andare avanti con «spreco di risorse pubbliche e private e con l'inevitabile ritardo per lo sviluppo dei servizi di logistica connessi al Porto canale».
L'infinita partita sulla proprietà di oltre 300 ettari di terreno si arricchisce ogni giorno di nuovi elementi. Dopo l'esposto del Cacip, la segnalazione della Capitaneria forte del parere dell'Avvocatura dello Stato era arrivata anche l'inchiesta giudiziaria aperta dai sostituti procuratori Emanuele Secco e Marco Cocco per occupazione arbitraria di aree pubbliche. E poi c'è il ricorso al Tar presentato dalla Grendi che chiede la sospensiva del provvedimento della nuova delimitazione. L'udienza è fissata per mercoledì 9 marzo.
Anche i privati fanno sentire la loro voce. Lo avevano fatto in una conferenza stampa unitaria una settimana fa. Ieri il gruppo Cincotta è tornato all'attacco. «C'è grande confusione su ciò che costituisce demanio e ciò che non può essere considerato tale». Gianmarco Cincotta ricorda che i terreni erano stati espropriati dall'allora Casic a dei privati: «Dunque non erano demaniali all'origine». Lo sono diventati dopo? «Non è possibile. Non sono mai stati utilizzati per il porto e distano più di 200 metri dal mare». Per il Cincotta Group la «Capitaneria non ha il potere di contestare i titoli di proprietà» e «la sede della delimitazione non può dichiarare nulli gli atti di compravendita». C'è anche un aspetto economico: «Il prezzo d'acquisto è già stato pagato interamente al Consorzio. Se la somma dovesse essere restituita a chi ha comprato, la spesa graverebbe inevitabilmente sulla collettività». ( m.v. )

06/03/2011