ambulanti Sequestrato il pescato
Dieci giorni dopo il primo blitz della polizia municipale e dei Nas, il Corpo forestale e il reparto operativo della Capitaneria hanno controllato decine di ricciai abusivi e sequestrato oltre 4000 ricci.
Quasi tutti i pescatori infatti non hanno rispettato la procedura prevista per la vendita di questi frutti di mare: le norme impongono l'invio dei ricci nei “Centri di spedizione” (che per legge ne devono certificare il peso, la taglia, il numero e la provenienza del pescato) e le autorizzazioni alla rivendita al dettaglio dei ricci.
Capitaneria di porto e Corpo forestale hanno contestato sette sanzioni amministrative ad altrettanti gestori di banchetti a Cagliari, Pirri, Monserrato e Quartu: in tutto, 40.000 euro di multa.
SEQUESTRO Oltre ai ricci, sono stati sequestrati anche altri 20 chili di pescato: nelle ceste, esposte sulle strade del Cagliaritano, gli uomini in divisa hanno trovato polpi, scorfani, murene, verdoni e occhiate. Non solo: pure 15 chili di polpa di riccio, già confezionati in decine di vasetti hanno fatto la stessa fine, insieme a tutta l'attrezzatura utilizzata per l'allestimento dei chioschi abusivi.
ALTRE VERIFICHE «I controlli proseguiranno nei prossimi giorni», spiega un comunicato della Capitaneria di porto, che ricorda come la legge «oltre a disciplinare il commercio del pescato da parte dei rivenditori ambulanti, prescrive determinate misure relative al profilo sanitario».
LE REGOLE Per essere in regola bisogna essere iscritti alla Camera di commercio, pagare le tasse e vendere i ricci controllati, come le cozze, negli stabulari. Poi il cammino è diverso, a seconda che si vogliano vendere chiusi o aperti e puliti. Nel primo caso, basta una richiesta di concessione per l'occupazione del suolo pubblico e il rispetto delle prescrizioni della Asl, in questo caso minime. Le regole dell'Azienda sanitaria locale sono più serie quando si vuole offrire - è il caso più diffuso - ai clienti la polpa già pronta. La pulizia deve avvenire per forza in un «luogo chiuso», dunque non in strada, poi i “ricciai” devono avere a disposizione l'acqua corrente e anche un bagno.
Condizioni che nessuno dei venditori controllati ieri ha rispettato.
IN MARE I ricci sequestrati e la polpa, già pulita e conservata dentro i vasetti di plastica, sono tornati in mare. Entrambi sono stati riversati in mare dagli uomini della Guardia Costiera: la polpa di riccio, spiega il comunicato della Capitaneria, «è ottima per alimentare la fauna ittica locale». ( m.r. )
07/03/2011