Troppi pass in mano ad automobilisti che usano i posti riservati senza averne diritto
Le associazioni:<<Usare la tecnologia per scovare i furbi>>
«Se non ci fossero i “furbetti”, basterebbero ottocento degli attuali 1.600 parcheggi per disabili». Parla con cognizione di causa Luciano Giglio, presidente di “Vivere insieme”: costretto a vivere da tantissimi anni su una sedia a rotelle, deve fare i conti con la “furbizia”, con il fatto che molte persone riescono a ottenere il pass per disabili nonostante non ne abbiano bisogno. «La legge stabilisce che hanno diritto al parcheggio le persone che non possono camminare o che hanno grosse difficoltà di deambulazione. Adesso basta una leggera zoppia per ottenere il pass».
GLI ABUSI In realtà, in certe situazioni, si può fare davvero poco: nel momento in cui vengono rispettati i criteri stabiliti dalla legge 104/92, il Comune è obbligato a rilasciare il pass. E, rispetto al passato, lo deve rilasciare anche ai familiari del disabile che ha diritto a ottenerlo. Sin qui, niente di strano. «Ma», interviene Sandrino Porru, presidente della Consulta disabili, «capita che qualcuno si “dimentichi” di restituire il pass dopo che il parente è morto. Oppure, che lo utilizzi anche in maniera impropria». Per legge, il disabile deve essere a bordo (o, comunque, essere stato trasportato) quando si utilizza il pass.
LA SITUAZIONE Ma le cose vanno, spesso, in maniera completamente differente. «Davanti alla sede della nostra associazione in via Castiglione, dove c'è la Circoscrizione 4», riprende Giglio, «ci sono alcuni parcheggi per disabili. Ebbene, raramente sono liberi». Giglio si è preso la briga di dare un'occhiata agli occupanti. «Un parcheggio è sempre occupato da un giovane che entra al lavoro alle 9 ed esce alle 14 e che non mostra particolari problemi di deambulazione. In un altro, spesso, si ferma una donna che lascia l'auto per tutta la mattinata e va a fare spese nella zona di piazza Giovanni XXIII».
I CONTROLLI Situazioni, in realtà, difficili da individuare. «Gli abusi possono essere beccati solo in flagranza di infrazione». E non è sempre semplice. Capita, per esempio, che ottengano il pass familiari di disabili che, magari, non escono di casa da anni e che si ritrovano una sorta di parcheggio riservato. «Situazioni che sfuggono a qualunque controllo». Anche se Giglio non si rassegna. «Questi furbi sono i veri nemici dei disabili. Perché rubano parcheggi che non spettano loro. E perché creano una certa antipatia nei confronti di chi ha davvero diritto al pass». Anche perché Cagliari è una città all'avanguardia. «Rispetto ad altre realtà», racconta Porru, «c'è un numero di parcheggi per disabili notevolmente più alto».
I VIGILI Occorrerebbe combattere lo “sciacallaggio”. Ma la guerra non è facile. «È oggettivamente difficile», interviene il comandante dei vigili urbani Mario Delogu, «l'individuazione delle persone che non utilizzano in maniera conforme il pass per i disabili». Nonostante i problemi, comunque, i vigili urbani riescono a colpire qualche contravventore. «Mediamente, interveniamo in 15, 20 casi ogni anno». In alcune situazioni, le difficoltà sono minori: non è impossibile individuare persone che hanno documenti fotocopiati (e, in questo caso, scatta anche la denuncia penale) o utilizzano il pass per più di un'auto. Ma le proposte per migliorare la situazione non mancano. «La tecnologia», conclude Porru, «consente la realizzazione di pass che possono essere individuati a distanza. Con uno strumento del genere, gli abusi molto probabilmente diminuirebbero». Ma, forse, serve anche altro. «Un discorso culturale: è indispensabile che il rispetto per le persone che hanno problemi diventi patrimonio comune».
MARCELLO COCCO