Il consigliere di Sel ha annunciato il via agli incontri per la definizione della campagna elettorale
Il candidato del centrosinistra: «Il nodo non è sciolto ma sono fiducioso»
Massimo Zedda non scioglie ancora il nodo dei dipietristi ma assicura: «C'è l'ottanta percento di possibilità che l'Italia dei valori appoggi la mia candidatura. E sarebbe un matrimonio d'amore e non d'interesse». Il vincitore delle primarie nel centrosinistra ha annunciato ieri - durante una conferenza stampa in piazza Savoia - che domani i partiti della coalizione si incontreranno in via Emilia nella sede del Pd per preparare la campagna elettorale.
«Una campagna elettorale che è iniziata in occasione delle primarie e non si è mai conclusa», precisa Zedda. Le ultime settimane sono state impegnative: il trentacinquenne consigliere regionale e comunale di Sel ha incontrato quasi tutti i partiti del centrosinistra per cercare un accordo che gli consenta di essere il candidato unico. «Un dialogo sereno e positivo anche con chi, come Italia dei Valori, non ha partecipato alle primarie e quindi non sarebbe tenuto a riconoscere il candidato eletto nelle consultazioni».
Ora bisognerà scrivere il programma, da costruire nel dettaglio con gli altri partiti: «Da lunedì entreremo nello specifico. Pensiamo a una città produttiva: di opportunità, lavoro. Attenta al commercio, alle imprese, all'artigianato. Vogliamo una città universitaria, con un piano trasporti pubblici adeguato alle esigenze di Cagliari».
Qual è l'idea nuova su cui Zedda baserà la propria campagna, da candidato sindaco più giovane della storia recente della città? «La campagna elettorale sarà una novità. La gente si dovrà riconoscere in quello che sarà scritto nel programma».
Ci saranno donne in un'ipotetica giunta Zedda? L'esponente di Sel ribalta i termini della questione: «Posso dire che sarà rispettata la quota di genere e almeno il 40 per cento dell'esecutivo sarà composto da uomini».
Ma durante l'incontro di ieri mattina sono stati affrontati anche i temi caldi: porto, stadio e anfiteatro. «Mi riferisco alla protesta degli operatori del porto canale: quello che sta succedendo è difficile da comprendere, soprattutto in un momento come questo, per chi investe, vuole mandare avanti le proprie attività e aiutare il porto a crescere». Poi la proposta sull'Anfiteatro, già messa nero su bianco da consigliere comunale: «Deve rimanere un luogo di spettacolo, ma le tribune in legno devono essere smontate e rimontate in maniera speculare, di fronte, nell'attuale retropalco. Si creerebbe una struttura che guarda il monumento archeologico». Questione Sant'Elia: «Non si può certo obbligare una società a rimanere in quell'impianto ma possiamo senz'altro ristrutturarlo e valorizzarlo». L'ultima battuta su Tuvixeddu: «L'errore è stato all'inizio: Regione e Comune non dovevano consentire di costruire sul colle». ( m.r. )