L'assessore Giuseppe Farris
«Le tribune dell'Anfiteatro devono essere smontate», dice l'assessore alla Cultura Giorgio Pellegrini. «Si deve continuare a ospitare spettacoli estivi pur tutelando e valorizzando il monumento», replica il collega al Personale e Affari legali Giuseppe Farris. In Giunta comunale, insomma, si litiga sulla fruizione del monumento. Liti politiche, s'intende. Anche perché la posizione ufficiale del Comune sembra essersi allineata a quella della soprintendenza: via le tribune lignee e niente spettacoli estivi.
Ma se il centrosinistra è compatto e sollecita la rimozione delle tribune, nel centrodestra molti continuano ad opporsi. Il deputato Mauro Pili ha presentato un'interrogazione al ministro ai beni culturali Bondi per chiedergli che il monumento continui a ospitare spettacoli, il consigliere azzurro Maurizio Porcelli ha fatto altrettanto con il sindaco, il consigliere provinciale del Pdl Alessandro Sorgia ha rivolto gli stessi quesiti a Graziano Milia.
FARRIS Giuseppe Farris, prossimo alla ricandidatura in Municipio, è convinto che «promuovere ed incoraggiare una gestione consapevole, quanto sostenibile, del patrimonio storico artistico della nostra città permetta una valorizzazione e una salvaguardia tese ad un miglioramento vero della qualità artistica, sociale e turistica della città». L'assessore si chiede «cos'era l'anfiteatro romano prima della sua piena fruibilità come arena di promozione artistica e di spettacolo e cosa sarebbe stato se avessimo scelto in questi dieci anni di sottrarre il bene ad un suo utilizzo, di non restituirlo alla sua funzione storica di polo culturale, lasciandolo quindi a quello stato di visibile decadenza in cui versava in passato».
A giudizio di Farris, «il nome della nostra città, grazie alla programmazione di eventi musicali che negli ultimi dieci anni si sono alternati nell'Anfiteatro romano è stato portato ovunque in giro per l'Italia e l'Europa... ed è grazie a queste stagioni che la città si è riappropriata di un bene che ne caratterizza la storia e il senso di appartenenza. Il patrimonio architettonico, archeologico e artistico di Cagliari», conclude l'esponente del Pdl, «deve porsi sempre più al centro degli interessi della comunità, fino a costituire un veicolo di crescita economica e sociale. Del resto», sostiene, «parliamo di un modello che è già vincente in note arene di origine greco-romana, da: Taormina a Verona». In conclusione: «Occorre investire sul concetto di fruibilità. Senza trascurare la messa in sicurezza, il restauro e la pulizia del bene archeologico».