I TIFOSI
CAGLIARI. Sentimentalmemte in molti non vorrebbero andare via dal Sant’Elia: «Quanti bei ricordi». Altri non vedono l’ora di abbandonare le tribune in tubi Innocenti: «Uno schifo». Dall’osservatorio previlegiato di un bar del centro la voce dei tifosi cambia ma è d’accordo almeno su un paio di cose: 1) il crollo (e l’abbandono) del Sant’Elila è colpa di chi nel corso degli anni ha ammistrato la città: 2) Cagliari, senza squadra di calcio e stadio, perderà senz’altro qualcosa. In effetti il dibattito si sposta subito su che ne sarà del vecchio stadio e su Cagliari che alla domenica sarà un po’ più sola. «Di sicuro si perderanno gli spettatori che dalla Provincia scendevano in città e sceglievano la partita per fare qualche commissione domenicale», dice Giuseppe, idraulico. Un ristoratore di via Sardegna aggiunge: «Il traffico non è mai eccessivo la domenica in centro ma si campava, adesso con il trasferimento ad Elmas mancherà anche quello». Qualcunoi scherza: «Uno stadio a fianco dell’aeroporto? L’ho visto solo a Quito, in Sudamerica». Graziano, barista: «Uno stadio fuori città crea disagi, anche se Elmas è ad un passo e mi sembra di aver capito che trasporti saranbo migliorati». Per tutti, comunqua, il Sant’Elia è destinato a morire in anticipo: «Ha ragione Gigi Riva, bisognerebbe salvarlo ma nessono ne ha intenzione». Di sicuro Cagliari perderà qualcosa. E Antonio Secci, amministratore di condominio, provoca: «Cellino è proprio sicuro di riempire le tribume della Karalis Arena? E se alla fine l’operazione trasferimeto e la chiusura del Sant’Elia si rivelasse un flop?». Alla faccia della sceramanzia. (ad)