Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

«Hanno cannibalizzato la cultura»

Fonte: La Nuova Sardegna
28 febbraio 2011

 
L’assessore Giorgio Pellegrini: «Non ho mai ricevuto un budget decente» 
 
 
 
Per tutte le mostre ho avuto 300mila euro mentre 900mila sono andati alla pubblicità per la “differenziata” 
 
ROBERTO PARACCHINI CAGLIARI. «Per tutte le mostre comunali ho avuto trecentomila euro, mentre la sola pubblicità per la raccolta differenziata ne ha ricevuto novecentomila», afferma Giorgio Pellegrini, assessore comunale alla Cultura, furioso perchè «da dieci anni il mio assessorato viene cannibalizzato di continuo». L’assessore non nega «che la questione dei rifiuti sia di capitale importanza, ma anche la cultura lo è: dà il segno della civiltà di un popolo e dovrebbe essere al primo posto». Inoltre «il mio bilancio è di tre milioni e mezzo - racconta - ma di questi da due a due e mezzo vanno ogni anno alla fondazione dell’ente lirico. Solo che il titolare dell’assessorato alla Cultura, il sottoscritto, non ha alcuna voce in capitolo. Soltanto una volta all’anno vengo invitato alla presentazione del programma. E basta. Adesso i risultati della fondazione sono sotto gli occhi di tutti, mentre sarebbero potuti essere diversi: le scelte devono essre condivise».
La goccia che ha fatto traboccare il vaso, però, riguarda la delibera sulla gestione del parco della musica. «Sembrava una situazione kafkiana: erano coinvolti tutti, dai Lavori pubblici alle Politiche sociali, solo l’assessore alla Cultura, che forse qualche cosa da dire l’avrebbe, era assente dall’ipotesi di gestione. Poi tutto è stato rimandato, la delibera non andava bene nemmeno agli altri».
Pellegrini, assessore tecnico alla Cultura da dieci anni, non le manda a dire: «Ripeto: il mio assessorato è stato cannibalizzato, sia in modo istituzionale che informale». Il dito è puntato contro le competenze per le Politiche giovanili (passate all’assessorato al Decentramento e agli affari generali). Poi sulla separazione tra Cultura e Pubblica istruzione («inzialmente voluta anche da me»). Infine contro la delega del Turismo, andata ai Servizi tecnologici (gli stessi che gestiscono i rifiuti). In quest’ultimo caso «l’assessorato si è accapparrato tutti i principali eventi tradizionali cittadini: dalla Festa di Sant’Efisio a capodanno, a carnevale. «Eppure si tratta di ricorrenze che hanno un importantissimo rilievo culturale». E il fatto che questi eventi siano gestiti dal Turismo e tolti alla Cultura e significa un’idea «molto particolare» di quest’ultima, non come crescita collettiva della città.
Il secondo atto di cannibalismo, quello «informale» vede «il potentissimo assessorato alle Politiche sociali gestire anche lo spazio dell’ex liceo artistico di piazzetta Dettori. Sia chiaro: io sono felice che la cultura si sposi con le attività sociali ma io, per fare l’ultima mostra, quella dell’“isola mirusata”, ho dovuto chiedere un finanziamento alla fondazione Siotto per poter fare i cartoncini di presentazione». Poi c’è «la scuola civica di musica, che organizza tantissime iniziative, tra cui festival del libro e festival letterari, e ora ha chiesto finanziamenti pure per “attività culturali diverse”». Secondo Pellegrini questa situazione deriva anche dal fatto che «c’erano due persone che probabilmente avrebbero voluto ricoprire il ruolo di responsabile della Cultura: il consigliere Maurizio Porcelli e la dirigente Ada Lai. Per compensare il fatto che quella poltrona è stata offerta a me, sono stati dati loro dei ruoli importanti nel settore della cultura. Ma questo significa che il direttore d’orchestra, il sindaco Emilio Floris, è stato carente».
Nell’amministrazione «c’è un’idea di cultura molto sbagliata: si pensa che debba per forza produrre profitti, mentre non è così. L’impegno culturale, in tutto il mondo, viene inteso in altro modo: come un fattore di crescita civile, una spesa importante per tutti. Noi abbiamo importanti centri d’arte, con me sono raddoppiati. Ma in questa situazione è come avere una Ferrari senza benzina. Sono sprecati».
Per Pellegrini, assessore tecnico, vi sarà un futuro nella politica? «Credo proprio di no, non penso di avere molto appeal in questo settore. Inoltre non mi interessa. L’esperienza che ho fatto è stata esaltante, ma troppe le amarezze». Infine l’anfiteatro romano: «Chi si augura o chiede che si continuino gli spettacoli senza intervenire per limitare il danno, avrà sulla coscienza il monumento».