Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Aumento dei prezzi, record a Cagliari

Fonte: L'Unione Sarda
12 agosto 2008


A luglio nel capoluogo l'inflazione più alta d'Italia: 4,7 per cento
Cagliari diventa regina dell'inflazione: nel capoluogo i prezzi corrono più che a Napoli e Torino.
Se in tutta l'Italia l'inflazione corre ormai da mesi senza fermarsi (lo ricorda, a cadenze regolari, l'Istat), a Cagliari invece galoppa: nel capoluogo è stata registrata la maggiore variazione, + 4,7 per cento, tra i prezzi di luglio 2007 e lo stesso mese del 2008.
E il settore dove i rincari sono stati più forti è proprio quello della spesa di tutti i giorni, che fa sentire i suoi effetti direttamente sul portafogli: i prodotti alimentari e le bibite, che hanno registrato un aumento del 7,6 per cento. Pane, pasta e farina. Perfino i pannolini e lo shampoo hanno avuto un'impennata. Un cerchio chiuso dalla benzina, che nell'ultimo anno in città costa il 10 per cento in più rispetto a dodici mesi fa.
Ecco perché Cagliari è diventata la regina dell'inflazione, davanti a città storicamente più svelte a tirar su i prezzi (sul podio, Napoli si ferma al 4,6 % mentre Torino al 4,5 %), e si scopre anche il capoluogo di regione dove l'Istat ha registrato la maggior variazione tra giugno e luglio: +0,7 per cento.
PRIMATO STABILE Ma la notizia più brutta è un'altra: difficilmente la prima città della Sardegna cederà il suo primato. È probabile che i prezzi continuino la loro scalata: «Non credo che Cagliari possa essere scavalcata facilmente da altre città», è la previsione di Claudio D'Aprile, dirigente comunale che coordina il servizio statistiche.
I CONTROLLI Ogni giorno, sette funzionari fanno il giro di supermarket, discount e mercati rionali per registrare su un computer palmare i prezzi di zucchine, sfilatini e angurie.
«Ogni prodotto viene controllato 15 volte al mese in diversi punti vendita: andiamo tra gli scaffali della grande distribuzione e nei negozi al dettaglio». I motivi del primato? «Fino a un anno fa i prezzi erano inferiori rispetto al resto d'Italia, ora ci stiamo uniformando. E forse manca in città una vera concorrenza, negli altri centri più grandi c'è più battaglia».
«TRASPORTI COSTOSI» Agostino Cicalò, coordinatore regionale di Federdistribuzione, punta il dito contro i trasporti: «Il mercato di Cagliari purtroppo subisce gli effetti dell'insularità. Il costo dei trasporti influisce tanto». Il prezzo del petrolio, che ieri ha toccato il minimo degli ultimi tre mesi (112 dollari al barile), rimane sempre alto. E spesso viene utilizzato dai commercianti come scusa per ritoccare i prezzi. «Il commerciante non aumenta se il mercato non glielo permette. Anche noi consumatori dovremmo fare qualche ragionamento in più prima di comprare le zucchine, tanto per fare un esempio, a prezzi folli. E comunque tutti i comparti, dal produttore al distributore finale, hanno contribuito alla corsa dell'inflazione».
TROPPE IMPORTAZIONI Giuliano Frau, rappresentante dell'Adoc, indica un altro motivo possibile: «Il 40 per cento dei prodotti ortofrutticoli che compriamo in Sardegna sono importati. Manca una politica seria di controllo dei prezzi e di tutta la catena: serve un monitoraggio che parte dalle materie prime e arriva al prodotto finito».
Simone Girau, dell'Adiconsum, è preoccupato dalla pubblicità negativa: «Chi verrà a fare le vacanze a Cagliari sapendo che è la regina dell'inflazione? La colpa non è solo del petrolio, che viene utilizzato per coprire un problema più ampio. Bisognerebbe richiamare all'ordine tutti: i trasportatori, i produttori e i commercianti. Ne beneficerebbero anche loro, forse riprenderebbero a vendere». E infatti la conseguenza diretta dei prezzi alti è un pesante calo dei consumi, scesi in alcuni settori (lo ha detto la settimana scorsa Confcommercio) anche del 15 per cento.
MICHELE RUFFI

12/08/2008