Ha 38 anni il coordinatore dei vendoliani. L'ex europarlamentare Fava: ampia alleanza per cambiare legge elettorale e battere Berlusconi
Il timone di Sinistra ecologia e libertà, in Sardegna, finisce nelle mani di Michele Piras, eletto ieri a Cagliari coordinatore del partito fondato da Nichi Vendola. Lo ha scelto l'assemblea regionale: per Piras (38 anni, già segretario di Rifondazione prima della scissione vendoliana) sono arrivati 34 voti su 50, a fronte di 15 schede bianche e una nulla, frutto di dissensi soprattutto sulle modalità di scelta del nome. «Abbiamo un compito importante», ha detto il neoeletto, «portare avanti una politica di innovazione e trasformazione». Il primo dovere di Sel, anche nell'Isola, sarà «mandare a casa un centrodestra che non sa governare. E tener presenti anzitutto gli interessi dei lavoratori e delle migliaia di precari sardi».
GOVERNO DI SCOPO Era presente Claudio Fava, dirigente nazionale di Sel: a lui è toccato chiarire quel che ha detto Vendola di recente, aprendo a una larga alleanza anti-Berlusconi, estesa addirittura a Fini e Casini. «C'è una necessità contingente», ha precisato Fava incontrando la stampa, «il Paese deve chiudere la lunga notte berlusconiana. Questo può richiedere un Governo di scopo, che faccia essenzialmente due cose: una legge elettorale che restituisca ai cittadini la scelta dei parlamentari, e una legge sul conflitto di interessi, perché in nessun paese civile c'è tanta concentrazione di potere politico e mediatico su una sola persona».
Il governo di scopo si potrebbe fare anche in questa legislatura, ha proseguito Fava, «se ci fossero i numeri: ma in un Parlamento eletto in quel modo la gente si compra con l'importo di un mutuo». E allora potrebbe essere necessario un passaggio elettorale, con quella famosa (e strana) santa alleanza: «Su questi temi siamo pronti a ragionare con chiunque. Ma certo non è con quella formula che si può governare l'Italia per cinque anni».
L'ALTERNATIVA Con uno come Fini, secondo Fava, si può collaborare per «superare l'emergenza democratica»: ma «lui punta, coerentemente, a costruire una nuova destra, con un vero senso dello Stato e delle istituzioni». Quella destra che, dal punto di vista della teoria economica e sociale, può riconoscersi nelle posizioni dell'ad Fiat, Sergio Marchionne. «E noi quale alternativa proponiamo?», si è chiesto l'ex europarlamentare spostando il discorso su un centrosinistra che «parla troppo a se stesso e non al Paese». I sondaggi dicono che metà degli italiani sta pensando di non andare più a votare: «Dobbiamo farci carico di questo problema, dello scollamento con un Paese materiale che sta male. Senza limitarci a guardare nella camera da letto di Berlusconi».
Propositi per la prossima campagna elettorale, vicina o lontana che sia: «Certo qualcosa nelle prossime settimane succederà», è la profezia di Fava, «Berlusconi non intende farsi processare e accettare il giudizio dei tribunali». L'ipotesi di un salvacondotto per il premier, in cambio della sua uscita di scena, non fa presa: «O accettiamo che la legge è uguale per tutti, o diventiamo davvero un Paese del terzo mondo sotto il profilo della qualità democratica».
LE COMUNALI Accanto a Fava, i due giovani assi vendoliani delle primarie sarde: Massimo Zedda, che ha già vinto la sua sfida cagliaritana, e Marta Testa, che invece deve ancora affrontare il voto, a Iglesias. «Dopo la vittoria di Massimo sarà ancora più tosta, il Pd si ricompatterà», prevede lei, 33 anni, funzionaria regionale, «ma sono molto motivata: a 24 anni iniziai il mio percorso professionale lontano dal Sulcis proprio per non accettare certe logiche che oggi possiamo sconfiggere».
Zedda pensa già alle elezioni: «Da lunedì inizierò incontri bilaterali con gli alleati, per ragionare sulla città, sui programmi e su idee di sviluppo diverse da quelle del centrodestra. Loro sanno solo puntare sul gioco d'azzardo: nel piano strategico comunale, l'unica grande proposta è mettere un casinò al posto del carcere di Buoncammino». (g. m.)
20/02/2011