Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Guerra sui terreni: i legali del Cacip ricorrono al Tar

Fonte: L'Unione Sarda
17 febbraio 2011

Porto
Dopo l'esposto in Procura



Si combatte sempre di più sul terreno giudiziario la guerra sui confini del porto e sui terreni contesi tra Cacip, il consorzio industriale della provincia di Cagliari, e l'Agenzia del Demanio, che ha tracciato la nuova delimitazione delle aree portuali. In ballo ci sono quasi trecento ettari, di cui 21 particolarmente appetibili dal punto di vista imprenditoriale in prossimità di Giorgino, che il demanio ha di fatto sottratto al consorzio. Aree ritenute funzionali al terminal industriale e che, per questa ragione, potrebbero essere in seguito gestite dall'Autorità Portuale.
RICORSO AL TAR Una disputa iniziata tempo fa, segnata anche da un esposto presentato in Procura dal presidente del Cacip Emanuele Sanna, ma che il giorno di San Valentino è sfociato in un ricorso al Tribunale amministrativo regionale. A presentarlo è stato per conto del consorzio l'avvocato Costantino Murgia. «Attualmente il porto canale conta circa 400 ettari di superficie», spiega l'avvocato Murgia, «con quelli sottratti al Cacip arriverebbero a circa settecento. Il nostro ricorso si fonda sul fatto che questi terreni non sono mai stati demaniali: sono sempre appartenuti a privati e hanno finalità industriali, più che portuali». Nel corso degli anni, il Casic (poi diventato Cacip) ha acquisito quelle aree dai vari privati, ritenendoli necessari per lo sviluppo industriale del comparto cagliaritano. «In dieci anni, le precedenti delimitazioni avevano escluso che quelle aree fossero demaniali», prosegue l'avvocato. «Ora, invece, la nuova si è conclusa con questa nuova delimitazione. Il fatto è che alcuni di questi terreni sono già sfruttati da aziende per scopi commerciali, inoltre si tratta di aree che non hanno una caratterizzazione demaniale, tanto che all'interno non vi sono realizzate opere strettamente portuali o funzionali alle attività del porto».
LE AREE APPETIBILI Già a fine giugno si era saputo della battaglia sulle aree che si affacciano a Giorgino. In particolare, sui 21 ettari destinati a servizi che sarebbero potuti diventare potenzialmente edificabili. Aree che, una volta governate dall'Autorità portuale, per il loro utilizzo rientravano sotto la normativa del Piano urbanistico comunale e non più sotto il piano regolatore del Cacip. Meno di sei anni fa, nell'aprile 2005, la quarta delimitazione delle aree stabilì la non demaniabilità dei terreni del Cacip. Tasselli strategici in prossimità della costa nel quale il Cacip vorrebbe costruire il suo nuovo centro servizi (18 milioni di euro), ma che, accertate le caratteristiche demaniali, passerebbero sotto la gestione dell'Autorità portuale. A metà agosto, poi, è arrivato l'esposto del presidente Sanna, presentato al procuratore della Repubblica e a quello generale della Corte dei Conti. Tra i pezzi di pregio, se così si possono chiamare, c'è anche l'area dell'ex Edem, un pezzo di terra davanti al mare con importanti potenzialità edificatorie. (f.p.)

17/02/2011