Comunali. Intervista a tutto campo, tra strade da asfaltare e tassa di soggiorno
Il sindaco Floris: «Il Popolo della libertà sarà il primo partito»
Primo cittadino uscente, coordinatore locale del Pdl, amico e referente di molti esponenti di primo piano nel partito, alleato fedele di Fantola. Ma anche punto di riferimento di quanti vorrebbero un candidato del Popolo della libertà. Il sindaco Emilio Floris è giocoforza costretto a recitare più parti nella fiction che in questi giorni si gira sul set dell'amministrazione cittadina e delle trattative per la scelta del candidato a sindaco e delle alleanze. Lo fa con l'abituale prudenza e con il tentativo di tenere in piedi equilibri che rischiano di essere sempre più fragili.
È vero che non ha gradito l'accelerazione di lunedì sera su Fantola?
«Mi pare si sia trattato più di una interpretazione mediatica. Mi dicono che è stato stabilito che toccherà al coordinamento regionale del partito, in programma per lunedì sera, dire qualcosa di dirimente. E ritengo che sia serio e prudente, da parte di tutti, aspettare quella data».
Cosa succederà?
«Immagino che le istanze del coordinamento cittadino si incontreranno con quelle dell'organismo regionale, per poi ottenere la ratifica del partito a livello romano, come è previsto dallo statuto. Ogni cosa deve essere fatta a suo tempo».
Fantola non è ancora il candidato?
«I coordinatori regionali, anche quello del Pdl, lunedì hanno detto che non c'è preclusione nei confronti di nessuno. E che è necessario stabilizzare l'alleanza, anche a livello regionale. Mi sembra un buon punto di partenza. Dire altro è prematuro».
E l'esclusione delle liste civiche?
«Se l'alleanza si presenterà unita sarà già sufficientemente composita da rendere inutile la presenza di altre formazioni, a meno di deroghe per casi eccezionali. La mia esperienza da sindaco mi dice che è più facile governare rapportandosi solo con i partiti ufficiali».
Dunque le civiche sono out?
«Avrebbero un senso solo se il Pdl si presentasse senza gli alleati. Ma non mi sembra questo il caso. Il Pdl deve confermare il suo ruolo di partito-guida non solo nell'alleanza ma nell'intero quadro politico cagliaritano. E per farlo dovrebbe presentarsi unito. A chi segnala che c'è l'esigenza di candidati che arrivano dalla società civile e non sono iscritti ai movimenti, ricordo che c'è sempre la possibilità di candidature indipendenti. La storia della politica è piena di questi esempi».
Cosa pensa del sondaggio di Euromedia sui suoi dieci anni di amministrazione?
«Lo ritengo positivo, se è vero che il 51 per cento ha detto di essere soddisfatto. Non mi ero preoccupato più di tanto quando avevo visto la rilevazione negativa de Il Sole 24 ore , che ho ritenuto inattendibile per due motivi. Primo perché il riscontro con le opinioni della gente è quotidiano. Secondo perché anche cinque anni fa, prima delle elezioni, dissero che ero in calo e poi rivinsi con il 54 per cento dei consensi».
I cittadini le rimproverano le strade dissestate.
«Vero, è stato un grande problema. Ma proprio ora sono stati appaltati due cantieri da due milioni di euro l'uno».
Cantieri elettorali?
«Se così fosse li avrei fatti aprire prima, per altre scadenze nelle quali potevo essere coinvolto in prima persona. La verità è che la burocrazia, non solo comunale, è difficilissima da domare. Erano due anni che aspettavamo le risorse».
La Regione è contraria alla tassa di soggiorno per i turisti. Lei che ne pensa?
«In epoca di federalismo fiscale credo che l'autonomia impositiva dei Comuni sia sempre più necessaria. L'autonomia finanziaria è condizione imprescindibile per un mantenimento dello standard dei servizi alla persona, che sempre più spesso vengono demandati alle autorità locali. Io sono personalmente favorevole a una tassa di scopo che sia finanziata da turisti e villeggianti e i cui proventi vengano poi utilizzati dalle amministrazioni per dare servizi sia ai visitatori che ai residenti».
ANTHONY MURONI
10/02/2011