Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Le strategie per gli antichi rioni

Fonte: La Nuova Sardegna
9 febbraio 2011

Consiglio comunale, l’assessore Campus introduce il dibattito sul piano particolareggiato del centro storico


Quasi due anni fa erano stati approvati gli indirizzi. Polemiche sui «vuoti»


ROBERTO PARACCHINI

CAGLIARI. «Il centro storico è strategico per la città», ha affermato Gianni Campus, responsabile comunale Urbanistica, che ieri ha presentato in consiglio comunale il piano particolareggiato per gli antichi rioni: porta d’ingresso per l’adeguaemnto del Puc al Ppr regionale.
Per Campus il centro storico di Cagliari è uno dei luoghi più centrali della comunità, sia per l’hinterland che per l’intera Sardegna. Per poi diventare strategico per l’Europa e il Mediterraneo. Ma non per una megalomania del capoluogo sardo. Bensì - come ha spiegato a La Nuova l’assessore - perchè nelle città ci sono le radici profonde delle comunità. E qui Campus cita il filosofo Massimo Cacciari (già sindaco di Venezia) per rafforzare l’idea che ogni città con la propria specifica attitudine, diventa un centro di qualificazione del territorio.
Gli indirizzi del piano particolareggiato del centro storico erano stati presentati quasi due anni fa in Consiglio. Prima di arrivare in assemblea come piano vero e proprio, la Giunta doveva adeguarlo al piano paesaggistico regionale. E questo è stato fatto. In specifico il piano, come affermato dall’assessore Campus, è la «porta d’ingresso» per l’adeguamento di tutto il Puc al Ppr.
In particolare il piano è «attuativo» ma, appunto, «particolareggiato»: quindi «funzionale al perseguimento degli obiettivi strategici». Ma per l’assessore è l’intera città che va «rifondata» con un «nuovo modello che va pensato». Occorrono insomma una serie di «capisaldi forti» in grado di fungere da punti di riferimento, come ad esempio la lotizzazione (il piano integrato) ipotizzato per Terramaini (e di cui La Nuova ha parlato nei giorni scorsi).
Il piano del centro storico prevede anche 32 «vuoti urbani», alcuni considerati come «spazi strategici», altri come zone della memoria e altri ancora (i più) come aree trasformabili. Un problema che ha visto gli ambientalisti schierati sulla difesa dei «vuoti» nell’esigenza di «difenderli come luoghi di incontro per la collettività». Per l’assessore Campus, «in generale bisogna smettere di pensare agli antichi rioni in termini di quantità e iniziare a parlare di qualità» sia come valore del manufatto «che in termini funzionali».
Il discorso è valido anche per i luoghi e gli immobili indicati nel piano e per i quali si sono ipotizzati possibili utilizzi futuri. Ma per tutti «sarà indispensabile trovare degli interpreti adeguati». Un discroso valido anche l’ospedale San Giovanni di Dio (citato dall’assessore), dove sono stati spesi circa cinquata miliardi di vecchie lire. «Ma solo perchè è un presidio sanitario, ma in futuro non potrà esserlo nuovamente: bisognerà trovare un’altra interpretazione e adeguati finanziamenti». Lo stesso dicasi per l’ex Manifattura tabacchi: ottimo immobile se si hanno dei progetti, altrimenti rischia di «essere una polpetta avvelenata».
Come propsettiva per il centro storico c’è un rapporto sempre più stretto con l’università. «Ho incontrato il rettore Giovanni Melis - ha precisato Campus - e molte delle future funzioni di molti luoghi (come la Fossa di San Guglielmo) dipenderanno anche dalle scelte dell’ateneo. Di certo sannano importanti anche i sistemi di relazione, i trasporti tra i vari luoghi».