Piazza D'Armi. Convegno
Mentre in piazza d'Armi sono ancora in corso le indagini geognostiche commissionate dal Comune all'équipe del geologo Mauro Pompei, il Comitato spontaneo dei residenti si appresta a promuovere una giornata di studi finalizzata a valutare iniziative, proposte e progetti per il consolidamento e la messa in sicurezza dell'ormai famigerato rione dei crolli.
Venerdì scorso in un'abitazione privata si è svolta una riunione preliminare alla quale hanno partecipato numerosi residenti. La giornata di studi sul dissesto idrogeologico si svolgerà presumibilmente a fine mese (la data esatta non è stata ancora fissata) e vedrà protagonisti docenti universitari, speleologi, tecnici, esperti, dirigenti e rappresentanti dei dipartimenti competenti di Regione, Provincia e Comune.
Tutti uniti contro i crolli, insomma, per mettere in sicurezza il sottosuolo e rivalorizzare la zona di piazza d'Armi. I relatori stanno già preparando i loro interventi. «Abbiamo raccolto molto materiale», riferisce lo speleologo Marcello Polastri. «Urge programmare un'azione concreta contro il grave problema dei crolli che da anni affligge i residenti, preoccupa le istituzioni e giorno dopo giorno si allarga». Un problema che sta minando la serenità di decine di famiglie, col risultato che il quartiere si sta spopolando. «Le persone temono altri crolli e smottamenti», riprende Polastri, «e hanno paura di perdere la casa, come già successo a tre famiglie di via Castelfidardo, costrette a trasferirsi altrove per ragioni di sicurezza». L'incontro si svolgerà nell'aula magna del vicino Dipartimento di Geoingegneria e Tecnologie ambientali della Facoltà di Ingegneria, con un programma finalizzato ad acquisire elementi tecnici e scientifici a supporto degli interventi di consolidamento e messa in sicurezza dell'area. Dal recupero del quartiere, infatti, deriva la possibilità di favorire uno sviluppo integrato del compendio Tuvixeddu e Tuvumannu, quali parti integranti di un territorio urbano destinato a una forte evoluzione e valorizzazione. «Il nostro comitato», afferma la portavoce, Patrizia Tramaloni, «intende trasformare questo sogno in realtà, attraverso un'attenta analisi del problema sotto i vari aspetti (organizzativi, tecnici, scientifici, amministrativi) per arrivare a una potenziale “best practice”, ossia a un modello di intervento esportabile e trasferibile in contesti urbani similari in Sardegna e nel resto d'Italia. Un modello che deve essere espressione di collaborazione fra pubblica amministrazione e abitanti del luogo». (p.l.)
08/02/2011