La campagna elettorale del candidato a sindaco del centrosinistra
Decisivo il rapporto con tutti gli alleati per elaborare strategie di comunicazione con la cittadinanza
ROBERTO PARACCHINI CAGLIARI.
Nel profilo del suo sito, www.massimozedda.it, lo si trova in giacca e cravatta. Immagine da studente diligente, stile collegio anglosassone. Ma lui, il candidato a sindaco del centrosinsitra, precisa subito che quella foto era stata inserita dai suoi collaboratori. Come per dire che non c’è alcuna ricerca di un effetto particolare.
Poi precisa che il sito web è in fase di riassestamento, «ora andrà rivisto in vista della coalizione». Massimo Zedda, 35 anni, consigliere regionale che siede anche nel Comune per cui concorre alla poltrona di primo cittadino, afferma di voler puntare «a messaggi chiari, fatti di contenuti in grado di mostrare la volontà di risolvere i problemi. Ma per far questo è importante il contributo di tutti i gruppi politici della coalizione». Intanto e visto che è lui che è stato scelto dal popolo delle primarie, si possono già leggere alcuni segnali. Innanzi tutto la frase che apre il sito web: «Ora tocca a noi». Slogan che va oltre la competizione delle primarie. E che va letto assieme al ringraziamento a chi lo ha votato: «Da oggi più che mai tocca a noi». E che potrebbe significare: ora tocca alla sinistra. Oppure: ora tocca a tutto il centrosinsitra, quello della seconda Repubblica. Ma anche: ora tocca a noi, a chi - con un’attenzione particolare al sociale - non ha mai governato la città (se si esclude il socialista Salvatore Ferrara, dal 1975-79, visto che il socialista Roberto Dal Cortivo, 1990-92, era già in epoca craxiana).
Poi c’è un altro aspetto: l’uso, sin dall’inizio convinto, di internet, con alcune immagini che ruotano, con relative scritte: rendere Cagliari una città più vivibile, dare ai giovani una casa a Cagliari, portare a Cagliari il lavoro sicuro e restituire Cagliari a bambini e anziani.
Per il momento Zedda si presenta come ha sempre fatto, con uno stile casual non ricercato, nè di chi vive il suo essere giovane come un problema. Non è un caso infatti che nella sua uscita pubblica per le primarie, Zedda abbia scelto piazzetta Savoia, da alcuni anni centro di iniziative culturali e di una Cagliari e di un centro storico che si apre all’Europa. Quel giorno alla sua destra stava seduto Gian Luigi Gessa, 78 anni. Un modo per segnalare sia la presenza e l’appoggio di un autorevole scienziato, ma anche l’attenzione all’età. Nelle parole d’ordine ricordiamo «restituire Cagliari a bambini e anziani», come un richiamo alla canzone di Francesco Guccini.
Massimo Zedda si presenta come uno giovane in cui si ci potrebbe indentificare: con un curriculum che mostra impegno culturale (nelle associazioni culturali «Sergio Atzeni» e «Charlie Chaplin») e politico (è stato segretario cittadino della Sinistra giovanile). Ma anche come una persona che, per esigenze di lavoro, smette di studiare a pochi esami dalla laurea (in Giurisprudenza) e che ha fatto diversi lavori precari, come in questi capita a quasi tutti i giovani.
Si parla molto di sondaggi. Ma Zedda tiene a precisatre che «questi fotografano una situazione come è oggi. Quello che a noi interessa, invece, è conoscere i problemi e sapere come intervenire. Per questo sarà importantissimo il rapporto diretto coi cittadini. Credo che un buon programma politico debba anche produrre una maggiore umanità». Le campagne elettorali, però, costano... «E noi - spiega Zedda - ci baseremo sulle offerte. Ma renderemo tutto pubblico, ogni centesimo. La trasparenza è un valore che deve essere valido in ogni aspetto dell’amministrazione e di chi amministra».