San Michele. Terminati dopo otto mesi i lavori di costruzione
Ultimati i collaudi imposti dalla legge, il forno crematorio del cimitero di San Michele è di nuovo attivo. L'impianto, chiuso alla fine del 2009 perché ormai obsoleto e fuori norma, è stato smantellato e ricostruito dalla ditta Gem Matthews International Srl di Udine, con una spesa totale di 426.000 euro. Un lavoro eseguito in otto mesi, che l'assessorato comunale alla Pianificazione dei Servizi ha coordinato e seguito.
Il nuovo forno, ad aria propanata, è alimentato da gas metano così da essere in linea anche con la nuova normativa europea in corso di approvazione e rappresenta il meglio della tecnologia disponibile. Comprende un sofisticato sistema di depurazione dei fumi, con totale abbattimento delle sostanze inquinanti e degli odori - principali motivi del blocco imposto al vecchio forno - ed è gestito tramite un software di controllo che premette anche di regolare e monitorare i parametri di funzionamento.
«Nei primi sei mesi sarà la ditta specializzata che ha realizzato l'impianto a gestirlo, così non ci saranno interruzioni del servizio in attesa del bando di affidamento definitivo», spiega l'assessore Giovanni Giagoni: «L'impianto è importante, visto che potrà servire Cagliari e le province di Oristano e Nuoro, mettendo fine ai lunghi e costosi trasferimenti a Sassari e La Maddalena, dove si trovano i due soli forni sinora funzionanti in Sardegna».
Il nuovo impianto è stato progettato per poter effettuare una media di quattro cremazioni al giorno, con un'ipotetica stima di circa mille cremazioni l'anno. Ad oggi le richieste di cremazione sono circa 300 all'anno.
02/02/2011