LA LEGGE DEI NUMERI
CAGLIARI. Se ci sarà ancora la Regione di mezzo, i Comuni possono anche alzare la voce e persino far volare le sedie ma per loro sarà sempre impossibile conquistare la maggioranza di Abbanoa. Non è una questione di schieramento, che pure conta eccome: nelle società per azioni a far la differenza sono solo le quote sociali. È accaduto ieri. La Regione col quattordici per cento e il Comune di Cagliari, forte del suo diciotto, è questa tra l’altro la quota più alta, si sono alleati - sono tutti e due governate dal centrodestra - per votare a favore del piano industriale. Poi, in sala, hanno raccolto un altro po’ di voti-briciola e alla fine messo assieme un roccioso e vincente quarantasei per cento. Numero abbonndante non solo per dare il via libera agli investimenti, ma anche ad avviare la contestata procedura che farà entrare i privati in Abbanoa. Tirate le somme, chi ieri è uscito dall’aula prima del voto, i rivoltosi, per questo è stato impallinato con facilità dai due colossi. Perché Sassari, capofila della protesta, ha sì messo in piazza il suo tredici per cento delle quote, ma nel totale gli oppositori si sono fermati appena al diciotto, quanto Cagliari da sola. Se invece la Regione, come auspicato da più parti, dovesse uscire dalla compagine sociale e le quote ridistribuite, soltanto allora i conti potrebbero cambiare. Ma questa è un’altra storia, ancora da scrivere.