Trasporti. Dal '96 mai versati i contributi di servizio
La Regione ha proposto di chiudere la vertenza consegnando 167 bus nuovi mantenendo però la proprietà. «Inaccettabile».
Il Ctm batte cassa e chiede alla Regione la restituzione del debito da 60 milioni di euro. Una somma cresciuta negli anni, dal '96, per il mancato versamento da parte dell'amministrazione dei contributi per gli oneri di servizio dovuti per legge. Una vicenda finita nelle aule del Tribunale con tanto di causa e che per ora sembra in un vicolo cieco: la Regione, per chiudere la vertenza, metterebbe a disposizione del Ctm 167 nuovi autobus (valore totale di 26 milioni di euro) mantenendone però la proprietà. Una soluzione respinta in maniera categorica dal cda del consorzio.
IL BUCO Lo scontro Ctm-Regione ha origini antiche. Dal '96 l'amministrazione non versa più nelle casse del consorzio di trasporti dell'area vasta di Cagliari il contributo che, in pratica, serve a compensare la differenza tra il costo reale del servizio a persona e quello del biglietto venduto al pubblico. In gergo onere di servizio pubblico . Un contributo che la Regione avrebbe dovuto erogare a tutte le aziende di trasporto pubblico locale. Da 12 anni invece il rubinetto dell'amministrazione regionale si è chiuso. Il Ctm, dopo anni di silenzio, è passato al contrattacco facendo causa alla Regione per riavere indietro quanto dovuto.
LA PROPOSTA Qualche settimana fa da viale Trieste è partita una proposta d'accordo per mettere la parola fine al contenzioso. «La Regione», ha fatto sapere Andrea Busia, rappresentante della Provincia nel cda del Ctm, nell'ultima seduta del consiglio provinciale, «ha offerto nuovi autobus per chiudere la vertenza. Per l'esattezza 167 per un valore di 26 milioni di euro, meno della metà di quanto dovuto. Ma quello che ha reso inaccettabile la trattativa è che la proprietà dei mezzi, come scritto nella bozza dell'accordo, sarebbe rimasta alla Regione».
IL RIFIUTO Il consiglio d'amministrazione del Ctm ha respinto la proposta, approvando un documento che prevede il trasferimento della proprietà dei 167 bus al consorzio. «Solo in questo modo», ha aggiunto Busia, «si potrebbe chiudere la battaglia legale». Per maggiore sicurezza il cda del Ctm, una volta ricevuta la bozza dell'accordo regionale, aveva chiesto un parere legale al suo studio che ne aveva sconsigliato la firma.
«Sarebbe potuto essere», ha concluso il rappresentante della Provincia, «oggetto di verifiche da parte della Corte dei Conti. Avremmo rischiato delle sanzioni: estinguere un debito di 60 milioni con la concessione di autobus dal valore di 26 milioni di euro, senza peraltro averne la proprietà non può essere certamente considerato un affare». L'unica via d'uscita è la concessione da parte della Regione della proprietà degli autobus. (m. v.)
08/08/2008