Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Io non pulisco il campo nomadi»

Fonte: L'Unione Sarda
31 gennaio 2011

Alcuni ex dipendenti del municipio hanno detto no al cantiere nell'area per i rom

Un precario del Comune: stipendio basso, rifiuto il lavoro

Enrico Bernardi: «Prendo un assegno di disoccupazione di mille euro, se accettassi guadagnerei molto meno».
«Nella mia vita ho fatto tanti lavori. Ho raccolto le siringhe dei drogati con le mani, ho fatto il manovale per anni. Ma non vado a pulire il campo nomadi. Non si può rastrellare l'immondizia degli altri». Enrico Bernardi si affretta a dire che questa «non è una questione di razzismo» e aggiunge: «Prendo mille euro al mese di disoccupazione. Perché dovrei fare una cosa del genere?». Precario del Comune per anni, è nella lista di chi ha rifiutato un impiego nelle cooperative di «inserimento lavorativo», offerto dall'assessorato alle Politiche sociali.
I NOMADI Il campo che ospita i rom però ha aperto un piccolo caso: tre ex dipendenti dell'amministrazione si sono rifiutati di lavorare nel cantiere alle porte della città. Il programma: ripulire l'area dai rifiuti accumulati negli anni. «Anche io avrei detto no. Ma ho bisogno dei soldi, ho famiglia e anche se lo stipendio è di 566 euro per me è fondamentale», racconta un altro precario del municipio. Anche lui, come Bernardi, tra i 43 che per quasi sei mesi occuparono con una tenda i portici di via Roma e poi piazza Matteotti. «In tre si sono rifiutati di prendere servizio, mentre un collega è riuscito a farsi trasferire in un altro cantiere. Nessuno vuole lavorare nel campo nomadi. All'inizio, qualche settimana fa, eravamo in quattro. Ora in tre».
LA DISOCCUPAZIONE Il «no» a un posto di lavoro che prevede uno stipendio che va dai 566 euro ai 711, più i contributi, per 4 ore di impegno al giorno, ha fatto discutere per giorni. L'assessore alle Politiche sociali Anselmo Piras si è detto «profondamente deluso» per queste scelte. Bernardi però spiega: «Accettare questi impieghi avrebbe una serie di ripercussioni. Oltre a perdere l'assegno di disoccupazione, in cambio di una cifra inferiore, c'è da considerare che si perde anche la possibilità di essere chiamati per altri lavori dai centri per l'impiego. E in caso di una nuova disoccupazione, il sussidio andrebbe ricalcolato sulla base dell'ultimo reddito, decisamente basso».
IL PROGRAMMA Su circa 200 persone che partecipano ai programmi gestiti dall'assessorato alle Politiche sociali, in 28 (fra cui tre che occuparono i portici di Palazzo Bacaredda) hanno declinato l'offerta, che prevedeva un «contributo» economico. Il progetto prevede l'assunzione dei 47 precari della tenda e di altre 150 persone in 8 cooperative, a cui vengono chieste 20 ore di lavoro alla settimana. Le mansioni sono varie: c'è chi si occupa della pulizia delle strade e delle piazze; chi è addetto alla custodia dei centri d'arte comunali, quelli per gli anziani e i centri sociali; qualcun altro si occupa di tenere in ordine i percorsi che portano agli ascensori di Castello. Quattro (poi diventati tre) sono stati affidati al cantiere del campo nomadi.
MICHELE RUFFI

31/01/2011