L'associazione critica la sentenza del Consiglio di Stato
Nessun parere sulle sentenze del Consiglio di Stato a proposito del compendio Tuvixeddu-Tuvumnannu ma può accadere che la verità processuale non coincida sempre con la verità sostanziale.
È quanto sostiene con un comunicato Italia Nostra, che richiama alla memoria il pronunciamento del Tar del '96 contro il ministero dei Beni culturali e a favore di un impresa che chiedeva l'annullamento del vincolo apposto dallo stesso ministero su un'area del colle di Tuvixeddu.
Il Tar aveva ritenuto illegittimo il decreto con cui il ministro per i Beni culturali apponeva il vincolo di notevole interesse archeologico sull'intera area.
E questo perché il Ministero aveva agito “senza fornire alcuna dettagliata indicazione circa l'acquisita certezza della presenza di reperti archeologici, con conseguente sacrificio degli interessi della totalità dei proprietari dei lotti di terreno inclusi nella stessa». Il Consiglio di Stato diede ragione all'impresa. Ebbene, quella verità processuale è stata smentita: proprio là infatti furono rinvenute 431 sepolture. Per quei rinvenimenti il Ministero ha offerto all'impresa che ha ricoperto le sepolture con il cemento, un irridente premio di ritrovamento. L'inoppugnabile verità processuale del Consiglio di Stato rappresenta solo una verità parziale su Tuvixeddu e Tuvumannu.
«Italia Nostra si batterà perché questa volta non ci si accorga troppo tardi, quando più nulla si può fare, del tesoro che la città perderebbe considerando come unica verità la limitata verità processuale».
08/08/2008