Viale Trento chiede ancora tempo per aderire alla società che gestirà la zona franca
Free zone, slitta il sì della Regione
Lite sugli equilibri politici nel consiglio di amministrazione
La Regione chiede ancora tempo per deliberare l'ingresso nella società. E così slitta l'approvazione del nuovo statuto della Cagliari free zone.
La Regione chiede ancora tempo per deliberare l'ingresso nella società. E così slitta l'approvazione, da parte del Comitato portuale, del nuovo statuto della Cagliari free zone, la società nata nel 1998 per gestire la zona franca all'interno dell'area industriale alle spalle del porto canale.
A determinare lo stop del documento che, a 13 anni dal decreto che attribuisce alla società la gestione della zona franca, darebbe il via alla gara internazionale per selezionare le aziende che vi si insedieranno, sono quelli che il presidente dell'Autorità portuale Paolo Fadda definisce «refusi». «Mi ha fatto chiamare il presidente Cappellacci e mi ha chiesto una settimana di tempo per esaminare ancora la delibera di adesione della Regione alla società», ha detto.
I PROBLEMI Il problema principale, almeno formalmente, sembra essere uno: la Regione, entrata nella società a fine 2009 con il 26% delle quote al pari di Autorità portuale e Cacip (mentre a Comune e Provincia spetta il 10% ciascuno e alla Camera di commercio il 2%), non ha ancora materialmente acquistato le quote.
A mettere in evidenza le incongruenze, ieri mattina in sede di Comitato portuale sono stati sia il componente del collegio dei revisori Silvio di Virgilio e il direttore generale delle Dogane Marcello Demori che il sindaco Emilio Floris e il rappresentante della Provincia. Significa che lo statuto, indipendentemente dallo stop di una settimana richiesto della Regione, non sarebbe potuto passare comunque. Per il responsabile delle dogane, non sarebbe conforme alla legge doganale né al decreto di istituzione della Cagliari free zone.
EQUILIBRIO POLITICO Il problema vero è l'equilibrio politico all'interno dei consiglio di amministrazione della società, composto da tre soli membri nominati da Regione, Authority e Cacip e non da Comune e Provincia. A questo si aggiungono gli strascichi del contenzioso sulle aree destinate alle imprese, la cui inalienabilità è stata sancita con l'approvazione dei patti parasociali, nell'ottobre del 2009.
E non è un caso che la delibera venga rinviata da marzo 2010. «Forse qualcuno vuole che la zona franca non parta mai», fa rilevare uno dei componenti del Comitato.
Certo è che le diatribe, gli interessi e i giochi di potere stanno congelando molti posti di lavoro.
I NUMERI La zona franca avrà un'estensione di circa 139 ettari e sarà affiancata da un distretto della nautica di circa 131 ettari su cui potranno insediarsi le aziende (dalla trasformazione dei prodotti all'assemblaggio) che dovranno diventare un motore di sviluppo per l'economia del territorio. Le aziende che decideranno di insediarsi nella Free zone riceveranno agevolazioni fiscali (non si paga la tassa sul 90% del valore aggiunto) ma non sovvenzioni pubbliche. Saranno principalmente imprese nazionali o straniere che opereranno estero su estero. Secondo le stime, daranno lavoro, diretto e indiretto, ad almeno duecento persone.
Nel porto marocchino di Tangeri, assimilabile a ciò che dovrebbe diventare Cagliari, la zona franca ha raggiunto in tre anni la saturazione degli spazi (250 ettari) nel 2004 con circa 250 imprese insediate, tanto da dover allargare ancora la zona per ospitarne un altro centinaio.
SEGRETARIO GENERALE Ieri è stato nominato il nuovo segretario dell'Autorità portuale: è Vincenzo Mucci, ex componente del collegio dei revisori dei conti. Sostituisce Antonio Conti, nominato direttore generale dell'assessorato regionale all'ambiente. (f.ma.)
28/01/2011