Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Via Roma, no ai cortei lato mare

Fonte: La Nuova Sardegna
26 gennaio 2011


Intesa tra sindacati e Prefettura per evitare il blocco della viabilità

ELENA LAUDANTE


CAGLIARI. Dai flash mob degli studenti ai blocchi con furgoni organizzati dagli ambulanti di Natale. E poi, i pastori in bancarotta, i malati di Sla abbandonati dalla Regione, gli operai dell’Eurallumina che manifestano senza preavviso e quindi vengono puniti. Il 2010 è stato l’anno della rappresentazione del disagio della Sardegna davanti ai palazzi delle ististuzioni: ce ne sono state 68, 29 cortei e 39 sit in. Tutti in via Roma, ma anche snodo fondamentale della città che, se bloccato, paralizza l’intero capoluogo, impedisce il passaggio da est a ovest. Ma non per molto. Delle quattro corsie dell’arteria, metà saranno messe a disposizione per le manifestazioni del dissenso (diritto costituzionalmente garantito), mentre l’altra parte sarà riservata a garantire lo scorrere della vita per i cagliaritani. Da oggi qualsiasi corteo, sit in, manifestazione sarà ospitato solo in via Roma lato portici: i sindacati si impegnano ad evitare - invece - di convogliare i cortei sul versante mare, quello che rappresenta un raccordo tra l’ingresso della città e l’accesso all’asse mediano. Direttrice strategica per l’intera viabilità del capoluogo, che ospita i bersagli delle proteste, Municipio e Consiglio regioanle. La decisione è frutto di un’intesa tra gli stessi rappresentanti dei lavoratori e i vertici dell’ordine pubblico: il prefetto Giovanni Balsamo, il Questore Salvatore Mulas, il comandante provinciale dei Carabinieri, Michele Sirimarco, il comandante provinciale della Finanza, Francesco Bucarelli. Assieme a sette rappresentanti di Cgil, Cisl, Uil, Confederazione Sarda, Cisal, Ugl, Confsal, e al sindaco Emilio Floris hanno firmato un protocollo di intesa per stabilire i paletti entro i quali consentire lo svolgimento delle manifestazioni senza interferire nel quotidiano dei cittadini.
L’esigenza è nata alla fine dello scorso anno, quando la città era stata paralizzata da proteste di varia natura. Il 3 dicembre, si ricorderà, nel giro di poche ore Cagliari aveva ospitato la rabbia e la frustrazione degli ambulanti delle bancarelle natalizie, degli studenti contrari alla fiforma Gelmini e dei lavoratori della Geas, la ditta di pulizie dei treni scappata senza pagare gli stipendi arretrati. Tutto questo non si ripeterà, anche perché saranno valutati percorsi alternativi a via Roma. «L’intensificazione naturale delle vertenze sindacali e le molteplici esigenze di venire incontro al malessere sociale ci ha portato a questa intesa», ha spiegato ieri il prefetto Balsamo durante la conferenza stampa a Palazzo Vice Regio. «Con questo protocollo si crea un equilibrio calibrato fra due diritti costituzionalmente garantiti, quello alla manifestazione del pensiero, uno dei cardini della democrazia, e il diritto alla mobilità e all’attività economica».
Per manifestare si dovranno seguire alcune regole fondamentali: dare preavviso alla Questura - non meno di tre giorni - e garantire la disponibilità ad esaminare alternative all’ambita via Roma, nel caso in cui le richieste siano diverse e si sovrappongono. La logica da seguire sarà semplice, l’ha illustrata con un esempio il segretario della Cgil, Enzo Costa: «Venerdì scendono in piazza i metalmeccanici in una protesta nazionale, che non riguarda dunque le istituzioni sarde. Da piazza Garibaldi raggiungeranno piazza del Carmine senza toccare nemmeno il Largo. Sarebbe inutile». Per Costa e Terenzio Calledda (Uil), l’accordo è una forma di «auto-responsabilizzazione», perché ovviamente chi sgarra paga. Il questore Mulas è franco: «Siamo pronti al dialogo ma davanti a certe situazioni, come stare in via Roma in maniera vergognosa, non staremo a guardare». Come a dire, se si dovesse ripetere il caso degli operai Eurallumina - multati per il sit in improvviso davanti al Consiglio regionale di metà dicembre - scatteranno le sanzioni.