Viabilità. Viaggio nella strada che taglia in due la città dopo l'ultimo incidente mortale
Buche, tombini, avvallamenti e svincoli i pericoli maggiori
I problemi maggiori sono sul tragitto in direzione Poetto, dove ci sono buche, avallamenti, e “scalini” nell'asfalto.
Dopo l'incidente di martedì nell'asse mediano di scorrimento, in cui ha perso la vita il motociclista Morgan Moi, ingegnere di 41 anni originario di Belvì, scoppia la polemica sulla sicurezza dell'arteria che taglia in due la città. Ad alimentarla hanno contribuito i rilievi effettuati dalla Polizia municipale, che ha individuato un avvallamento di cinque centimetri e un gradino nell'asfalto lungo diversi metri vicino allo svincolo in cui la moto di Moi è sbandata per poi schiantarsi contro il guard rail. Nonostante le rassicurazioni del comandante della Municipale, Mario Delogu -«abbiamo verificato l'esistenza di questo dislivello ma non abbiamo ancora elementi per poter affermare con certezza che sia questa la causa dell'incidente» - automobilisti e centauri non si sentono sicuri quando percorrono l'“asse” e spiegano cosa non va.
LA DENUNCIA Che le condizioni del manto stradale non siano ottimali l'hanno denunciato da subito i parenti della moglie di Moi, che martedì seguiva il marito in auto a qualche decina di metri di distanza e che l'ha visto morire: «Questa strada fa schifo». Il riferimento è non solo alle condizioni dell'asfalto, ma anche agli svincoli che immettono nel cavalcavia di via Cadello. Chi si dirige verso la 131 ha due possibilità e spesso viene disorientato. È capitato che, nel dubbio, qualche automobilista centrasse il guard rail divisorio e che l'auto si “impennasse”.
CONDIZIONI Entrando nella lunga lingua d'asfalto che collega molti quartieri cittadini si ha la sensazione di percorrere una strada sicura, «che invita a schiacciare l'acceleratore», come affermano molti automobilisti. In realtà le insidie sono tante. A volte invisibili ad occhio nudo, ma che si distinguono nettamente quando si è al volante. Avvallamenti repentini o buche nella carreggiata fanno sobbalzare l'auto, anche se si percorre la strada a bassa velocità. Mentre altri fattori di pericolo sono decisamente più visibili: cespugli che crescono nello spartitraffico centrale e che invadono la carreggiata, perfino l'eredità di vecchi incidenti come pneumatici adagiati a bordo strada e detriti formati da specchi e paraurti andati in mille pezzi. A cui si aggiunge la segnaletica orizzontale a tratti poco chiara, i guard rail mai cambiati dopo gli incidenti e gli svincoli: non solo progettati male - secondo tanti automobilisti - ma anche segnalati in modo decisamente inadeguato.
GLI SVINCOLI Sono proprio gli svincoli a fare paura, specie nelle ore di punta. Francesca Murru, intervistata in viale Colombo, qualche centinaio di metri prima di uno degli ingressi che porta all'asse, li evita volentieri: «Se possibile cerco di non passarci. Gli svincoli in uscita e soprattutto in entrata sono pericolosi». Come quello dell'ingresso da viale Ciusa, «troppo corto». Insomma, non si tratta certo di corsie di accelerazione o decelerazione che rendono agevole l'immissione e l'uscita da un'arteria trafficata.
IL RIENTRO Percorrendo l'asse dalla statale 131 in direzione Poetto, bisogna prestare molta attenzione: la carreggiata è disseminata di tombini, in alcuni punti mancano zolle di asfalto e in alcuni svincoli in uscita si raggiunge il paradosso: il grande segnalatore giallo che dovrebbe essere posizionato prima della biforcazione è incastrato, dopo, tra le lamiere di due guard rail.
CENTAURI Se le insidie sono tante per gli automobilisti, per chi sta sulle due ruote sono molte di più. «Soprattutto quando piove», sottolinea Pietro Garau, all'uscita di viale Marconi, «si formano pozzanghere enormi. La strada è stata progettata male». Tesi ribadita da un altro centauro, Stefano Pinna: «Ci sono tombini e grondaie troppo grandi, che creano dislivelli».
CORSIE D'EMERGENZA Altro neo, vistoso, è l'assenza di corsie d'emergenza. È noto che ad ogni incidente si creano code enormi e che anche i mezzi di soccorso hanno difficoltà a percorrere la strada. Una situazione simile a quella vissuta da Maurizio Porrà: «Son rimasto bloccato anche quando dovevo soccorrere mio padre». Roberto Angius, assolve comunque i progettisti: «Avranno avuto dei validi motivi per non prevederle», afferma l'automobilista mentre aspetta il verde in viale Colombo: «È l'unico problema di quella strada».
I CONTENTI Se sono in tanti a lamentarsi c'è anche chi non vede problemi di asfalto, buche e guard rail. Come Massimo Casula, seduto sul suo suv, per cui «va bene così com'è», o Cesare Argiolas che sembra fare l'eco alle parole dell'assessore al Traffico Maurizio Onorato: «Basta andare piano», afferma il camionista.
AUTOVELOX Ma anche gli autovelox fissi, mai entrati in funzione, creano degli inconvenienti. «C'è il rischio di tamponamenti, la gente frena di scatto», sottolinea Paolo Pinna. Ma c'è anche chi vorrebbe più controlli, come Claudia Moricio: «L'asse è pietoso». Angela Loi lo evita: «È pericolosissimo, mi fa paura».
MARIO GOTTARDI
21/01/2011