Nuova proposta di Gigi Riva: «Non sarà un fallimento, sarò io il garante»
«Lo stadio Sant'Elia non era nato solo per il calcio. Era un impianto polifunzionale di livello olimpico al servizio di tutta la Sardegna. E ora che il Cagliari calcio ha trovato una nuova sede, abbiamo l'obbligo di recuperarlo». Gigi Riva lancia un nuovo appello per salvare l'impianto che ha ospitato i rossoblù dal 1970 e si fa promotore della campagna per riportarlo all'antico splendore.
«Mi faccio promotore dell'iniziativa - ha detto Riva a Videolina - e ne sarò io il garante. È ora di finirla con la frase pronunciata da alcuni politici che il Sant'Elia diventerà una cattedrale nel deserto. Non sarà così».
Lo stadio Sant'Elia, nato da un progetto di molto precedente allo scudetto dei rossoblù nel campionato 1969-70, era dotato di una pista di atletica leggera a otto corsie «dove abbiamo visto Mennea, Ben Johnson e altri campioni», ricorda Riva, «e di tutte le dotazioni idonee a renderlo utilizzabile, al servizio di tutta la Sardegna, per una ampia serie di manifestazioni sportive». Nel 1990, per i Mondiali di calcio, il Sant'Elia fu rimesso a nuovo, con una notevole spesa di denaro pubblico per ospitare il girone con Inghilterra, Olanda, Irlanda e Egitto: «Da allora chi ha utilizzato lo stadio non ha mai fatto manutenzione né ordinaria, nè straordinaria, lasciando degradare tutto l'impianto. Ma questo non deve diventare un alibi per chi vuole regalare una struttura che è valutata 50 milioni di euro per iniziative private. Possiamo e dobbiamo pensare seriamente alla ristrutturazione del Sant'Elia per restituirlo a tutta la Sardegna».
20/01/2011