Il caso. Parla una delle persone che ha rifiutato l'impiego proposto dal Comune
Il precario: perché lavorare per una somma più bassa?
Non si placano le polemiche, dopo il rifiuto di un buon numero di precari che hanno deciso di non lavorare nei cantieri comunali.
«Non è vero che abbiamo poca voglia di lavorare. Io ho rifiutato perché prendo un assegno di disoccupazione di 900 euro. Senza far niente. Perché dovrei accettare 711 euro per andare a pulire le strade?». Enrico Bernardi, sessant'anni, è una delle anime della protesta dei precari del Comune, che per sei mesi hanno occupato con una tenda i portici del Municipio.
Dice che vuole dire la sua perché «la gente parla senza conoscere bene le cose». Racconta di aver rifiutato il lavoro part time nella cooperativa sociale perché, alla base di tutto, c'è un accordo non mantenuto: «Avevamo smontato la tenda, all'inizio del 2010, perché l'amministrazione ci fece una promessa. Sarebbe nato il progetto “Sardegna fatti bella”, e tutti saremmo stati assunti. Invece quel cantiere è stato realizzato, ma nessuno di noi, a parte pochissime eccezioni, ha trovato lavoro».
IL RIFIUTO E quando gli è stato proposto di essere assunto da una cooperativa di tipo B, cioè quelle di «inserimento lavorativo», ha detto no. Il compenso è di 711 euro per 20 ore alla settimana, più i contributi previdenziali. «Ma io prendo di più da disoccupato. Perché dovrei accettare queste condizioni? Sarei uno scemo se lo facessi».
IL PROGETTO Su circa 200 persone che partecipano ai programmi gestiti dall'assessorato alle Politiche sociali, in 28 (fra cui tre che occuparono i portici di Palazzo Bacaredda) hanno declinato l'offerta, che prevedeva un «contributo» economico. Il progetto prevede l'assunzione dei 47 precari della tenda e di altre 150 persone in 8 cooperative, a cui vengono chieste quattro ore di lavoro al giorno.
PULIZIA E CUSTODIA Le mansioni sono varie: c'è chi si occupa della pulizia delle strade e delle piazze; chi è addetto alla custodia dei centri d'arte comunali, quelli per gli anziani e i centri sociali; qualcun altro si occupa di tenere in ordine i percorsi che portano agli ascensori di Castello. Nonostante i lavori non siano certamente eccessivamente impegnativi, molti hanno deciso di rifiutare l'impiego proposto dal Comune.
I 28 «no» sono stati sostituiti con altre persone che hanno partecipato al bando dell'assessorato: le graduatorie sono state compilate tenendo conto degli anni di disoccupazione di ognuno, del reddito, della composizione familiare.
MICHELE RUFFI
20/01/2011