sant'elia Circoscrizione e Comune
Cade a pezzi il Fortino di Sant'Ignazio, uno dei simboli della città vista dal mare. L'area in cui sorge versa da tempo in stato di abbandono e le strutture murarie dell'edificio realizzato a fine Settecento si stanno progressivamente sgretolando, col risultato che il Fortino appare ormai sul punto di crollare.
A denunciarlo e a chiedere un intervento urgente di recupero è la Circoscrizione 5 di Sant'Elia, la cui commissione Cultura si è riunita sul colle per effettuare un sopralluogo. «La situazione è critica», afferma preoccupato il vicepresidente del parlamentino, Giovanni Frongia (Pdl), «ed è necessario che le istituzioni competenti si mobilitino subito per salvare questo monumento che a causa dell'incuria stiamo davvero rischiando di perdere per sempre». Un appello accorato, condiviso sia dal presidente del quinto distretto Paolo Truzzu, che dall'assessore comunale alla Cultura, Giorgio Pellegrini, entrambi presenti al sopralluogo. «Convocherò presto una riunione della nostra assemblea in cima al colle», annuncia il primo, «con l'obiettivo di tenere alta l'attenzione su questo problema». Deciso ad intervenire anche Pellegrini. «Scriverò una lettera a Regione e Sovrintendenza», afferma, «per richiedere la messa in sicurezza del sito. Sono consapevole che i costi sono elevatissimi, ma è necessario che la struttura sia almeno puntellata per evitare che crolli».
Il passo successivo sarà il miglioramento della fruibilità del sito. «Oggi il colle è escluso dai percorsi turistici», sottolineano i consiglieri della circoscrizione, Roberto Mameli e Alessandro Oggianu. In realtà una cooperativa, la Quattro mori, da anni si occupa delle escursioni nel fortino di Sant'Ignazio e nei tunnel sotto le vecchie postazioni belliche, ma fuori dai circuiti cittadini. «In futuro le cose dovranno cambiare. L'area dovrà essere bonificata dai rifiuti e dalle sterpaglie e dovrà essere valorizzata. Le sue potenzialità turistiche sono enormi, ma finora non sono mai state sfruttate».
Il Fortino venne costruito a fine Settecento su progetto di Franco Lorenzo, ingegnere militare, per far fronte agli attacchi francesi. Nell'Ottocento perse la sua funzione militare e venne adibito al ricovero dei malati che non trovavano posto nel sottostante Lazzaretto. Durante la Seconda guerra mondiale, invece, divenne un punto strategico per l'avvistamento degli aerei nemici. Tra il Fortino e il Faro di Calamosca venne collocata la prima batteria contraerei della città. Ancora oggi si possono vedere le piazzole ricavate nel terreno che formavano un semicerchio ed erano collegate fra loro da gallerie sotterranee.
PAOLO LOCHE
17/01/2011