Edilizia, trasporti e servizi le priorità da affrontare nelle prime settimane
SCANU Perdiamo continuamente abitanti perchè manca una vera politica delle residenze Risolvere Tuvixeddu
GIUSEPPE CENTORE
CAGLIARI. Apatici, distanti dalla politica, spesso pronti a salire sul carro del vincitore, guardando da lontano i pochissimi colleghi che dialogano senza soggezione con la politica. Il mondo delle imprese si può dividere in due disomogenei blocchi: i pochi che detengono il potere e i tanti che vedono nella pubblica amministrazione un ostacolo insormontabile.
Il sindaco che vorrebbero dovrebbe fare proprie alcune caratteristiche dell’impresa virtuosa: rapidità nelle scelte e nei giudizi, programmi a breve e a lungo periodo, fantasia e capacità di adeguare la macchina amministrativa alle sue scelte. Un sindaco più decisionista ma con la capacità di dialogare con tutte le categorie produttive, senza abdicare alle proprie idee, sposando acriticamente quelle degli interlocutori, e senza imporre in maniera altrettanto netta le proprie. Un sindaco-diplomatico, ma con le idee chiare.
«Più dinamico del recente passato e più vicino alla città, non chiuso nel suo ufficio». Enrico Comiti, amministratore della Sten-ambiente, azienda che si occupa di risanamento ambientale ed edilizio iscritta alla Apisarda, cita due esempi del recente passato del tutto negativi e uno invece ampiamente positivo. «Non si possono aspettare, Pul o non Pul, dieci anni per sistemare l’area della prima fermata del Poetto, come non si può sventrare una area normale, come era piazzetta Maxia per tenerla inagibile per tre anni e poi trasformarla in una piazza di quella portata. Un modello positivo, e un titolo di merito per l’attuale amministrazione, è la chiusura al traffico di Marina, operazione a costo zero che ha portato vantaggi al sistema turistico locale. Ma se dovessi chiedere qualcosa alla prossima amministrazione, chiederei maggiore attenzione ai servizi per il cittadino, quelli che poi, se non virtuosi, costano due volte agli utenti e alla stessa amministrazione: rifiuti e trasporti per fare due esempi».
Nel cassetto c’è una città che cresce e fa crescere con la cultura. È il sogno di Lucetta Milani, titolare del Cres e presidente della sezione terziario avanzato della Confindustria della Sardegna Meridionale. «Cagliari città turistica deve essere un obiettivo concreto e non uno slogan elettorale. Per farlo bisogna credere nel fatto che la cultura dia da mangiare, che sia un fattore concreto di sviluppo. Cagliari è una città culturale per eccellenza: per storia, collocazione, monumenti, sistema museale, ma i turisti non lo sanno e noi non riusciamo a far passare questo messaggio. Il terzo desiderio che ho è vedere un sindaco attento agli equilibri di genere nella composizione della sua giunta. E se poi dovessi proprio chiedere l’impossibile nei primi mesi della nuova giunta, chiederei la valorizzazione della Manifattura Tabacchi».
Sono tante le proposte “impossibili” che gli imprenditori cagliaritani vorrebbero veder realizzate. La stragrande maggioranza sono iniziative di puro buonsenso, che non hanno una coloritura politica specifica: non sono di destra o di sinistra (per quanto possano valere queste categorie) ma buone per la città e non per un singolo imprenditore. «Il destino del futuro sindaco - ricorda Alberto Scanu, presidente degli industriali della Sardegna Meridionale - si gioca sul porto. Se il primo cittadino saprà definire e applicare una strategia di sviluppo per tutta la vera area portuale, dal Porto canale a Marina Piccola, questa città avrà grandi prospettive. Vorrei un sindaco decisionista sulla mobilità interna ed estera, sull’aeroporto, sul futuro della Fiera e soprattutto sull’urbanistica: perdiamo in continuazione residenti perché non riusciamo più ad attrarre abitanti, per questo ci vogliono nuove zone residenziali, e va definita la querelle su Tuvixeddu e sul Campus universitario. Il sindaco che vorrei in sei mesi potrebbe fare miracoli». Molti elettori si accontenterebbero di meno, se solo venisse realizzato. E al primo posto della lista, quasi a riprova che le tre M con le quali si definisce la città sono vere (mattone, massoneria e medicina) c’è il problema dell’urbanistica.
Certezze nei tempi, garanzie sui diritti acquisiti, condizioni di partenza uguali per tutti, interventi funzionali alla collettività e non a singoli. Controllo quasi ossessivo delle procedure amministrative per i lavori pubblici, nessun favoritismo, ma rispetto ossessivo delle regole. Sono le richieste di coloro che vogliono ancora investire nel mattone: la città dell’impresa, escluso l’artigianato e il commercio, a cui dedicheremo altri spazi, è soprattutto questa. Queste stesse richieste, 32 anni fa, erano la bussola dell’agire quotidiano di un politico conosciuto solo agli addetti ai lavori, arrivato da Viterbo e che diventò il sindaco di Roma più amato, Luigi Petroselli. Lo chiamavano “Joe Banana” per le sue cravatte sgargianti, e la sua faccia da pugile. Riuscì ad avviare i lavori della linea A delle metro, fece decollare il progetto per le visite ai Fori imperiali e varò un vasto piano per l’edilizia popolare. Fece miracoli a Roma.
A Cagliari basterebbe molto meno perché il suo primo cittadino possa andare anche in Paradiso.