Melis: «Con la Regione progetti e finanziamenti per rilanciare gli atenei»
INAUGURAZIONE ANNO ACCADEMICO Il rettore Giovanni Melis traccia le linee per ripensare il futuro dell’università
ALESSANDRA SALLEMI
CAGLIARI. L’anno accademico non è stato inaugurato nel salotto buono dell’università (quello in rettorato) perché c’è poco da festeggiare: i tagli della legge 133 già operati sul bilancio dell’ateneo e la riforma Gelmini appena varata restano ostacoli molto difficili da superare.
Non è un piagnisteo, ma una condizione oggettiva. Come per le persone, non tutte le istituzioni operano in contesti favorevoli e quindi raggiungere risultati valutabili positivamente richiede sforzi ben superiori ad altri. Ce la farà l’università di Cagliari insulare, periferica, inserita in un semideserto imprenditoriale, storicamente non troppo abituata al dialogo con entità diverse da sé? Ieri il rettore Giovanni Melis, presente il prorettore vicario Giovanna Maria Ledda, prima della cerimonia di inaugurazione ha tenuto una conferenza stampa per spiegare strategie, programmi di rilancio e cambiamenti di mentalità. La prima buona notizia è che la Regione ha deciso di sostenere le università sarde. E’ una novità: gli studenti non hanno ancora dimenticato lo scippo dei 15 milioni di euro che erano stati assegnati all’Ersu per aumentare i posti letto e quindi dare sostanza al diritto allo studio dei 18 mila pendolari (oltre il 15 per cento degli studenti cagliaritani è esonerato dalle tasse per il basso reddito familiare): la giunta regionale decise di spargere quei denari su altre opere, lavori in varie chiese della Sardegna meridionale soprattutto. Una cifra del genere continua a non esserci per l’Ersu (ente regionale diritto allo studio), ma la giunta Cappellacci ha avviato vari programmi in accordo con le università e alcuni, in particolare, secondo il rettore produrranno l’importante risultato di finire il policlinico di Monserrato, realizzare la cittadella delle Scienze sempre a Monserrato, liberare prestigiosi edifici nel centro storico nei quali accorpare gli insegnamenti umanistici, giuridici ed economici. Tutto questo è credibile perché è voce di bilancio, inserita nel dicembre scorso dall’assessore regionale alla sanità Antonello Liori. Spiegava il rettore che occuparsi di edilizia universitaria è servito all’ateneo anche per sostenere di fatto l’attività dell’azienda mista Regione-Università, tutt’ora un carrozzone che non riesce a staccarsi dal vecchio San Giovanni di Dio e dalla clinica Macciotta e che non può ancora diventare quel che Liori aveva promesso agli universitari in campagna elettorale e ribadito, poi, a nomina avvenuta, vale a dire l’ospedale polispecialistico per l’intera area vasta cagliaritana. Un altro aspetto: l’impulso all’azienda mista serve anche perché funzionando sempre a metà non riesce a tenere a bada i conti.
Sui tagli. Melis coi prorettori e il personale amministrativo ha lavorato sulla riorganizzazione delle attività universitarie e Cagliari nel 2010 è entrata nell’elenco degli atenei virtuosi. Questo ha permesso di riaprire i concorsi del personale amministrativo e per i docenti universitari: non tutti quelli che servono, ma è l’unica «risposta al problema del precariato», commentava ieri Melis. Il punto, però, resta sempre lo stesso che, tra gli altri, ha fatto sollevare il Senato accademico e l’intera università: coi nuovi parametri, i quasi 200 docenti andati in pensione non verranno sostituiti. Se andrà bene, al massimo se ne assumerà la metà.
Centro storico. Melis ha candidato l’università di Cagliari quale interlocutore del Comune nel «processo di ristrutturazione del centro storico», «abbiamo un pacchetto di proposte».
Gelmini. La riforma entrerà in vigore fra un anno, sempre che siano varati i decreti attuativi. In caso contrario ne faranno le spese l’offerta formativa e i concorsi.
L’ateneo cagliaritano fra quelli «virtuosi»
Meno disoccupazione fra i laureati: la cultura «serve»
Criteri trasparenti per erogare i fondi e valutare i risultati
CAGLIARI. La Sardegna ha un tasso di disoccupazione giovanile molto elevato: fra i laureati questo tasso è inferiore. E i paesi europei con un maggior numero di laureati hanno tassi di crescita superiori. Questo ieri spiegava il rettore Giovanni Melis sulle ragioni delle critiche alla riforma Gelmini: con la crisi, formazione e ricerca vanno potenziate. Ieri Melis ha spiegato che l’ateneo ha deciso di affrontare la crisi accreditandosi come struttura di alta formazione e ricerca al servizio del territorio. Consiglio regionale e giunta, in particolare gli assessorati alla Programmazione, alla Sanità e alla Pubblica istruzione si sono schierati con le università per favorire progetti e ricerca dei finanziamenti. Ricerca scientifica e risorse per i ricercatori cominciano a godere anche a Cagliari di regole ufficiali e trasparenti per l’assegnazione dei fondi e per la valutazione dei risultati.
Poi: gli studenti fuoricorso sono diminuiti, così come gli abbandoni al 2° anno di corso, mentre è aumentato il numero dei laureati. (a. s.)