Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Neanche i saldi anticipati attraggono i sardi: previste -8,5% di vendite

Fonte: La Nuova Sardegna
4 gennaio 2011




Secondo Confcommercio nell’isola ogni famiglia spenderà 332 euro contro i 432 della media nazionale

CAGLIARI. Arrivano i saldi, ma senza entusiasmo. Colpa della crisi, quest’anno i sardi spenderanno ancor meno del 2010 negli acquisti post-natalizi, mettendo forse in definitiva crisi un sistema di vendite, quello dei saldi, che si è dimostrato incapace di favorire gli acquirenti e di generare profitti significativi per i commercianti. A riprova che le regole nel settore sono facili da varare ma difficili da applicare, sin da domenica in molti centri dell’isola, Cagliari in primo luogo, tanti esercizi commerciali hanno, in silenzio, avviato la campagna di sconti.
E se a Milano la polizia annonaria ha emesso le prime multe per quegli esercenti che fraudolentemente hanno avviato la stagione dei saldi, da noi il controllo, soprattutto per la carenza di uomini e mezzi a disposizione delle polizie municipali, si presenta oltremodo ardua. I “trucchi” poi applicati dai commercianti per vendere la merce in saldo senza formalmente farlo, sono diversi: da quello di offrire uno sconto generalizzato della metà del prezzo di listino a tutti i prodotti, a quello di promuovere un “fuori-tutto”, prima dell’inizio naturale dei saldi, da noi previsto per sabato, a quello di concedere uno sconto caso per caso, ma sempre tra il 40 e il 50 per cento.
Il sistema di sconti di fine stagione non funziona come dovrebbe. Lo affermano pubblicamente le associazioni di categoria, Confcommercio e Confesercenti. La prima si aspetta un calo dell’8,5% delle vendite nella stagione dei saldi invernali che dureranno sino all’8 marzo. Ogni famiglia, secondo le stime dell’Ufficio studi di Confcommercio spenderà 320 euro, oltre 100 euro in meno dei 432 della media nazionale. La spesa pro-capite sarà in media di 118 euro, più bassa di quella nazionale, stimata in 173 euro. Nel sud Sardegna Confcommercio stima che acquisteranno in saldi poco più di 100mila famiglie per una spesa complessiva sui 40 milioni di euro che rappresenterebbe circa il 21,3% del fatturato annuo di settore. «Rispetto agli anni passati, il bilancio delle vendite natalizie di abbigliamento e calzature è poco soddisfacente - ammette Giancarlo Deidda, presidente Confcommercio Cagliari - rafforzando l’abitudine agli acquisti nei periodi di promozione. Tutto questo impone una riflessione sull’attuale meccanismo di saldi e promozioni».
In base alla legge regionale sul commercio, sulla merce in saldi, anche se non è della stagione corrente, dev’essere indicato il prezzo iniziale, con la percentuale di sconto e il prezzo finale proposto al consumatore. Il capo può essere eventualmente cambiato dopo l’acquisto, ma a discrezione del negoziante, a meno che non risulti danneggiato o non conforme: in questo caso il venditore deve provvedere a riparare o sostituire la merce e, nel caso sia impossibile, a restituire quanto pagato o a ridurre il prezzo. Il compratore deve denunciare il vizio del capo entro due mesi dalla data della scoperta del difetto. Non c’è obbligo di prova dei capi: dipende dal negoziante. Le carte di credito, infine, devono essere accettate se nel punto vendita è esposto l’adesivo.