Mango in via Roma, concerti alla Marina e in Castello
“Mango, tu sei la vera vita”. Lei, giovanissima fan del cantante di Lagonegro, è arrivata in via Roma verso le quattro del pomeriggio: vuole essere in prima fila per poter sventolare il suo ingenuo e artigianale mini cartellone (le lettere sono scritte in maniera approssimativa). Verso le 22,30, ha il sospetto di essersi presentata troppo in anticipo: la folla radunata davanti al palco arriva, a malapena, all'ingresso della Rinascente.
L'INIZIO Che la scelta dell'autore di “Bella d'estate” e “Oro” sia stata una scommessa troppo azzardata? A poco più di un'ora dall'arrivo del 2011, sembrano, invece, sbancare gli altri palchi: in tanti sono in piazza Savoia per ascoltare gli Istentales e molti seguono, nel bastione di Santa Croce, lo spettacolo di flamenco. Quando Matteo Bruni sale sul palco per presentare la serata (e strappare applausi convinti nel momento in cui dedica la festa “a chi ha perso il lavoro e ai giovani che lo cercano”), la folla è aumentata. Ma ancora il largo Carlo Felice ha tanti vuoti. E non sembra riempirsi neanche quando, alle 22,58, Mango sale sul palco. L'esordio è da shock: lui, cantante melodico, parte con “Teardrop”, pezzo della band trip hop britannica Massive Attack.
I NUMERI L'impressione negativa scompare dopo qualche minuto (e alcune hit di Mango come “Lei verrà”). Il Largo si riempie. E, quando ormai la mezzanotte sta per scoccare, la folla arriva sino alla statua di Carlo Felice. «Sono in 30 mila», dice qualcuno sul palco. «Allora per la questura sono 5 mila», risponde ironicamente un addetto alla sicurezza. Mango non se ne preoccupa e propone i suoi pezzi alternandoli con cover (da “Love” di John Lennon a “La stagione dell'amore” di Franco Battiato).
IL COMUNE Il palco principale si riempie. Il Municipio dove tradizionalmente si riuniscono consiglieri comunali e assessori, invece, è poco affollato. Fuori dai cancelli si parla di cena luculliana a base di porchetto e altre leccornie. Una leggenda metropolitana: nella sala dei matrimoni, ci sono le benauguranti lenticchie e panettone. Politici? Un solo assessore, Raffaele Lorrai, due consiglieri della maggioranza, Claudio Tumatis e Massimiliano Tavolacci, uno dell'opposizione, Giorgio Cugusi, e il presidente della Circoscrizione 1, Gianfranco Carboni. Difficile rendersi conto che il Comune è amministrato dal centrodestra: gli unici discorsi politici sono tra Cugusi e Carboni che parlano delle prossime primarie del centrosinistra, riflettendo sulle candidature di Antonello Cabras e Massimo Zedda (gli altri competitori? Outsider che non vengono considerati).
LA SCELTA Le assenze degli amministratori creano problemi anche nel palco. A mezzanotte meno venti, arriva un messaggero dal Palazzo: afferma che, forse, saliranno a brindare il sindaco Emilio Floris e il presidente del Consiglio comunale Sandro Corsini. Ma i due non si vedono. E, nella sala, si cerca un “sostituto”. Carboni declina l'invito, altri pure. Alla fine, si avviano verso il palco Tumatis e il dirigente Alessandro Cossa.
I LAVORATORI Problemi che nessuno tra il pubblico intuisce. Loro, gli spettatori, sono più interessati al concerto e ai pon pon che piovono dal tetto del Municipio. Lo spettacolo che arriva da lì è suggestivo: lo spazio è illuminato da fari rossi piazzati verso le macchine sparafumo. E chi non ha la testa in alto, cerca di attrezzarsi per il brindisi. Gli alberi di Natale (così sono stati ribattezzati i venditori di cianfrusaglie luminose del Bangladesh) fanno affari; e non va male neanche ai rosari : le rose sono ancora trendy , almeno a Capodanno. La comunità asiatica non è l'unica a lavorare: solo i cinesi sono confusi tra la folla a festeggiare (anche se faranno festa il 2 febbraio, quando comincerà l'anno del coniglio). Alcuni senegalesi, invece, vendono birra, acqua e, a beneficio di qualche smemorato, anche lo spumante. Lavorano anche i ristoranti, i venditori di kebab e, nel Largo, qualche bar. Resta solo da capire dove hanno trovato la pizza alcuni giovani che, pochi minuti prima di mezzanotte, aprono il contenitori per mangiare il popolare cibo.
I PREPARATIVI Il 2011 è ormai alle porte. In piazza Savoia, il gruppo pugliese Municipalità Balcanica riesce, finalmente, a “sfrattare” i nuoresi Istentales. A Santa Croce, invece, si ferma lo spettacolo di flamenco. E, in Municipio, mentre gli addetti preparano le bottiglie per il brindisi, quasi tutti gli ospiti vanno nei balconi e alle finestre per osservare quello che accade nel palco.
IL BRINDISI È mezzanotte, il momento del brindisi. E dei botti. Che, tutto sommato, non creano molti problemi: giusto a metà del Largo si crea un buco dovuto ai petardi e ai gavettoni di spumante. Niente di rilevante, comunque. Gli immancabili auguri. E, alle 24,15, torna sul palco Mango. Il primo pezzo del 2011? Bella d'estate. Gianfranco De Francisci, l'organizzatore del Capodanno, e i suoi collaboratori, da Roby Massa a Laura Grasso, continuano a girare indaffarati nel backstage . Per loro, il 2011 inizia solo quando lo spettacolo è finito.
LA FINE E Mango va avanti. Proponendo tutto il suo repertorio, compreso un pezzo che forse finirà nei libri d'aforismi del futuro, “Gli amori sono finestre”: cuore e infissi, il nuovo binomio della musica italiana? Il cantante (forse perché non tutti lo volevano) liscia il pubblico: «Siete bellissimi». E continua a cantare sino all'una, prima di cedere il palco a Mimmo Epifani & Epifani Barbers. Via Roma, pian piano, si svuota. In tanti, si spostano dove la festa continua, in piazza Savoia e in Castello. E c'è anche chi lavora: il 2011 è appena arrivato ma le apixedde della nettezza urbana sono già al lavoro. E, finito lo spettacolo in via Roma, gli operai cominciano a smontare il palco. Primo gennaio, ore 14: la festa è finita da poco ma pare che a Cagliari non sia successo nulla la notte precedente. «La città, l'amministrazione ha dato una bella prova di sé», è il primo consuntivo dell'assessore al Turismo Gianni Giagoni. «Sotto tutti i punti di vista: splendidi i cittadini, grandi i dipendenti che hanno lavorato, ottima l'organizzazione. Bello, davvero bello».
MARCELLO COCCO
02/01/2011