Serata a sorpresa, nell'Auditorium del Conservatorio di Cagliari, organizzata dagli allievi della straordinaria pianista ginevrina
Era convinta di assistere a un saggio di violino del nipotino Filippo, si è ritrovata protagonista - lei così schiva - di una festa a sorpresa organizzata per il suo ottantesimo compleanno da molti dei suoi tanti allievi. Una sorta di carrambata per Arlette Eggmann: pianista ginevrina di vaglia, protagonista col violinista Renato Giangrandi di un lungo sodalizio artistico ed esistenziale, docente per una vita in quel Conservatorio cagliaritano che prima la vide giovane docente nella sede di Castello (ora ritrovato Palazzo di Città), in seguito in quella di piazza Porrino, «la sua seconda casa», come ha detto affettuosamente il direttore Gabriella Artizzu. Ed è stato proprio l'Auditorium del Palestrina, lunedì pomeriggio, a ospitare la serata in suo onore. Quando Arlette Eggmann è arrivata, puntuale come sempre (che svizzera sarebbe?), erano già tutti in sala, ad aspettarla. Amici e colleghi come Attilio Motzo, Oscar Piastrelloni, Maurizio Moretti. Lucio Garau, Lucia Avallone, tanti altri. E loro, i suoi ragazzi. Quelli che a loro volta sono diventati docenti, e apprezzati solisti, come Rosabianca Rachel, Elisabetta Porrà, la stessa Artizzu, quelli che sono arrivati negli anni successivi. Seduti in platea quasi tutti, e alcuni protagonisti del concerto. Francesco Porcella, docente di pianoforte complementare, ha dato il via alla festa con un corale di Bach, Andrea Tusacciu, che sta concludendo a Bruxelles gli studi di direzione d'orchestra, ha proposto due tempi di una Sonata di Mozart, Francesca Giangrandi, figlia (ed ex allieva) della Eggmann, ha proposto in duo con Teresa Zanda “Ma mère l'oye” di Ravel, e infine è arrivato lui Filippo, il nipotino. Protagonista di una melodia irlandese con la madre al pianoforte e il padre Luigi Lissia al violino.
Hanno chiuso i festeggiamenti musicali il pianista venticinquenne Giulio Biddau, che a 13 anni ha cominciato a studiare in privato con lei ormai in pensione, e Romeo Scaccia, suo allievo in Conservatorio. Al primo una sonata di Scarlatti, una romanza di Schumann e due studi di Chopin e Scriabin. Al secondo l'omaggio finale, una carrellata del suo percorso di studi: aperta con uno studio di Longo, seguita da Debussy e Schumann e chiusa con uno dei brani più intriganti del suo repertorio di compositore: “Contrasts”. A parlare ora della signora Eggmann, a tracciarne un affettuoso ritratto è Giulio Biddau, che le deve moltissimo. Racconta, il pianista cagliaritano, di un percorso artistico straordinario, avviato nella Ginevra del dopoguerra abitata dal Gotha mondiale della cultura, proseguito con maestri del calibro di Dinu Lipatti e Nikita Magaloff. La vocazione della musica cameristica, l'incontro in Svizzera con Renato Giangrandi, poi ritrovato a Firenze, dove lei studiava con Pietro Scarpini. La formazione di un duo prestigioso, la vittoria di due concorsi come il Viotti e l'Ard di Monaco di Baviera. Anni indimenticabili in giro per l'Europa e poi l'approdo a Cagliari, dove lui aveva vinto la cattedra e lei preso il posto di Piero Rattalino. L'insegnamento, la nascita molti anni più tardi di nuove formazioni artistiche (con Attilio Motzo, con Mauro Masala, col clarinettista Marrocu, col violista Luigi Moccia), il pianoforte a quattro mani con la figlia Francesca. Una vita fatta di musica, cominciata nei primi anni cagliaritani in una stanza in affitto di quel Palazzo Siotto che più d'una volta negli ultimi anni ha ospitato i concerti di tanti suoi allievi. Volti (e affetti) dei quali la severa docente apprezzata per la sua incredibile musicalità non è riuscita a liberarsi neppure il giorno del suo ottantesimo compleanno. Una fortuna che non capita a tutti.
MARIA PAOLA MASALA
29/12/2010