A San Silvestro, in piazza Savoia, il primo concerto cagliaritano della band nuorese
«Ma per cantare qui non rinunciamo al cenone pastorale»
Due ore di musica per la band di Gigi Sanna. «Canteremo anche la protesta dei pastori».
Di Cagliari avevano conosciuto soltanto il carcere di Buoncammino e l'ospedale Businco. Ma loro, gli Istentales, non sono né pregiudicati né malati. Semplicemente, il gruppo etno-pop agropastorale (questa la definizione che la band dà di sé), nei suoi quindici anni di vita aveva suonato in quei due luoghi ma mai in una piazza cagliaritana. La lacuna sarà colmata la notte di San Silvestro: gli Istentales (il nome deriva da una stella di Orione, la prima ad apparire al tramonto, l'ultima a sparire all'alba) saliranno sul palco di piazza Savoia dalle 21,30 alle 23,30.
L'ATTESA Certo, lo spazio principale, quello di via Roma, è occupato da Mango. Ma la collocazione alla Marina non dispiace minimamente alla band nuorese. Perché, comunque, il quartiere rappresenta il cuore culturale della città. E perché i sei musicisti potranno ugualmente festeggiare l'arrivo del nuovo anno alla barbaricina. «Faremo», racconta il cantante e leader Gigi Sanna, «una sorta di cenone al bar Centrale di piazza Yenne». Cenone barbaricino. «Porteremo da casa porcetto, vino, formaggio, salsiccia e prosciutto». Cantante, certo. «Ma, soprattutto pastore. I prodotti arrivano dall'azienda agricola che gestisco io».
IL CONCERTO Terminata la cena, i musicisti saranno in piazza Savoia. «Dove porteremo la nostra musica: faremo venticinque brani». Che parlano un po' di tutto. «Sono canzoni quasi d'amore. Ci piace raccontare il nostro modo di vivere quotidiano». Che, forse, proprio quotidiano non è: gli Istentales hanno attirato l'attenzione di artisti nazionali. «Abbiamo collaborato con Pierangelo Bertoli, i Nomadi, Dolcenera, Elio e le Storie tese». Anche i numeri sono dalla loro parte. «Abbiamo venduto dodicimila copie dell'ultimo cd. Se fossimo nel mercato nazionale, avremmo vinto il disco di platino».
LA CITTÀ Non a caso, la band nuorese ha decine di fans sparsi in tutta l'Isola. «La cosa più incredibile è proprio questa: la maggior parte dei fan club stanno proprio dalle parti di Cagliari. Ne abbiamo a Sestu, San Sperate, Burcei. Eppure, prima di questa volta, non eravamo mai riusciti a suonare in una piazza cagliaritana. Volete sapere la ragione? Me lo chiedo anche io. Non è mai capitato prima d'ora e non riesco a trovare un perché». Non è un cruccio da star: Cagliari resta, comunque, la capitale dell'Isola. «Non sono malato di sardità ma va riconosciuto il fatto che in Sardegna abbiamo tantissimi talenti. È bello quando hanno la possibilità di esibirsi, di mettere in mostra tutto il loro valore. E Cagliari resta pur sempre la meta, il punto di arrivo di qualunque artista sardo».
LO SPIRITO La lacuna, per quanto riguarda gli Istentales, sarà colmata nella notte di San Silvestro. «E non ci crea problemi, anzi ci stimola, il fatto di doverci confrontare con un artista nazionale che si esibisce a pochi metri da noi. Il fatto di essere a Cagliari a suonare rappresenta un'opportunità importante». Tanta modestia, nonostante la band nuorese abbia ottenuto grandi riconoscimenti: dodici cd all'attivo, collaborazioni, si diceva, con artisti della ribalta nazionale e anche la vittoria al Festival di Napoli.
LE CANZONI Nel palco di piazza Savoia gli Istentales porteranno la loro musica e le loro canzoni. Compresa l'ultima “Via Roma” che, guarda caso, racconta qualcosa che è accaduto a pochi metri dal palco dove si esibiranno. «È una canzone che parla del movimento pacifico dei pastori, della loro protesta davanti alla Regione e dei pestaggi di cui sono stati vittime». Gigi Sanna è un pastore proprio come quelli che protestarono qualche mese fa. Ma non si erge certo a portabandiera di quella protesta. «Quella volta non ero in piazza perché io sono iscritto alla Coldiretti. Ma questo non significa niente: io sono pastore come quelli che sono stati a Cagliari. I problemi che ha la categoria non hanno colore».
LA FILOSOFIA Un angolo di Barbagia troverà accoglienza nel cuore di Cagliari. Ma non è una forzatura. «Perché il cuore pulsante della nostra Isola resta sempre la campagna. Senza i pastori non c'è soltanto la crisi di un comparto economico ma si arriva alla morte di una cultura». Prima del brindisi sarà cantato anche questo concetto. «In fondo, i pastori con le proteste non chiedono l'impossibile: soltanto un prezzo giusto per latte e carne».
MARCELLO COCCO
29/12/2010